Fiat mantiene primato volumi nel gruppo Stellantis. Ha quota del 20,9% in Brasile, 11% in Italia, 11,5% in Turchia e 60% in Algeria
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Fiat, versatilità al potere ed uno stile attraente. Pronto il rilancio grazie a modelli in linea con il suo Dna. Inizia la Grande Panda
A 70 anni dal debutto delle prime 600 trasformate in bolidi da corsa dall’ingegnere, ex pilota e imprenditore Carlo Abarth, Fiat potrebbe lanciare una versione sportiva, sotto il segno dello Scorpione, dell’ultimo crossover 600. Secondo il magazine britannico Autocar, che ha ricostruito con un bozzetto il possibile aspetto, la presentazione dell’Abarth 600e dovrebbe avvenire entro il 2025 come il secondo modello elettrico ‘hot’ del marchio dopo quello derivato dalla 500e. Mutuando proprio quanto è stato fatto a livello di contenuti nell’ultimo modello Abarth, per il futuro crossover sportivo si possono fare ragionevolmente ipotesi che riguardano l’allestimento e il look, mentre restano aperte diverse opzioni per il sistema propulsivo elettrico e per una eventuale variante Ice. Questo perché, come il modello appena presentato da Fiat, anche Abarth 600e sarà realizzata sulla piattaforma modulare multi-energia e-CMP di Stellantis che consente (come accade nella Jeep Avenger) anche l’impiego di un motore benzina ‘tradizionalè.
Una ipotesi riportata da Autocar è che per incrementare le prestazioni del modello elettrico, si scelga di utilizzare lo schema a due motori mostrato nel Concept Avenger 4x4 visto all’ Auto Show di Parigi dello scorso anno. Rispetto a quanto erogato con la configurazione a due sole ruote motrici della 600e e dell’Avenger - che dispongono di 154 Cv con una coppia massima di 260 Nm - ipotizzando che per la Abarth 600e si decida di passare alla trazione integrale elettrica - il livello di potenza potrebbe superare i 300 Cv, un valore in sintonia con l’evoluzione del Dna del brand. Non ci sono dubbi invece sul fatto che Abarth 600e sarà caratterizzata da un look più sportivo, con scudi paraurti specifici, con cerchi di nuovo disegno e con dimensioni maggiorate. E naturalmente con un assetto Abarth. All’interno la caratterizzazione prevederà sedili avvolgenti, volante rivestito in Alcantara, cinture colorate, pedaliera in alluminio e nuove funzioni nell’infotaiment e nei display di bordo. Ricordiamo che il primo modello di serie dell’Abarth, la 850 TC, era stato introdotto nel 1961 ma già nel 1956 la doppia anima dell’utilitaria torinese era stata valorizzata da Carlo Abarth con i modelli Derivazione Abarth 750 su base Fiat 600 e Derivazione Abarth 850 su base Fiat 600 D.
Sotto al cofano (posteriore) c’era il 4 cilindri in linea di 767 cc della Fiat 600 D che attraverso l’aumento dell’alesaggio a 62,5 mm e della corsa a 69 mm, passava a una cilindrata di 847 cc. Nuovi anche i pistoni, il rapporto di compressione (che saliva a 9,2:1) e l’asse a camme. Venivano aggiunti anche un carburatore Solex da 32, un nuovo filtro dell’aria, un diverso albero motore e naturalmente uno scarico - le celebri marmitte Abarth - adeguato all’impiego sportivo. Il risultato era una potenza a 52 Cv a 5800 giri, quasi il doppio rispetto ai 29 delle 600 D di serie.