La Maserati MC20

MC20, c'è una nuova Maserati. Lungo test esclusivo del modello più sportivo della casa del Tridente: da Modena alla 24 Ore di Spa

di Michele Montesano
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La mattinata uggiosa di fine giugno, fa risplendere ancor di più il giallo della Maserati MC20 Cielo che aspetta sorniona davanti lo storico ingresso di via Ciro Menotti. Non passa inosservata anche la versione coupé, realizzata dal programma Maserati Fuoriserie, in livrea verde militare opaco inframezzata da fasce arancio e kit carbonio. Saranno loro ad accompagnarci nel nostro viaggio che, partendo da Modena, ci condurrà fino all’iconico tracciato di Spa-Francorchamps in Belgio.  La MC20 intriga fin dal primo sguardo, riuscendo a coniugare la doppia anima da GT e sportiva. Se le linee superiori della carrozzeria colpiscono per purezza d’insieme, la zona inferiore è stata volutamente lasciata in nero a esaltare lo studio ingegneristico che vede il diffusore quale assoluto protagonista. Ogni forma è stata accuratamente disegnata dal Centro Stile Maserati, diretto da Pablo D’Agostino, con lo scopo ben preciso di massimizzare l’efficienza aerodinamica della MC20 che, già a 200 km/h, sviluppa oltre 100 kg di deportanza.

Entrati agilmente a bordo, grazie alle scenografiche portiere a farfalla, ci si ritrova avvolti da carbonio e alcantara. L’abitacolo, con il suo minimalismo sportivo, avvolge ma non soffoca il guidatore lasciando spazio anche al comfort del passeggero. La posizione di guida è pressoché perfetta, con la corona del volante quasi verticale.  Accendiamo il motore della MC20 e subito riecheggia la melodia del Nettuno alle nostre spalle. Interamente progettato e realizzato a Modena, il 3.0 litri 6 cilindri presenta una V di 90° con doppia sovralimentazione e lubrificazione a carter secco, capace di fornire 630 CV a un regime di 7.500 giri e 730 Nm di coppia a partire da 3.000 giri/minuto. L’anima del motore è il nuovo sistema di combustione a precamera con doppia candela di accensione, mutuato dalla F1 e impiegato per la prima volta su un’auto stradale.
 Mappatura in modalità GT, azionabile tramite il selettore, innestiamo la prima e si parte attraversando le strade di Modena. La MC20 trasmette immediatamente una sensazione di maneggevolezza e sicurezza. Nonostante la posizione di guida sia bassa, gli ampi passaruota anteriori permettono di avere l’idea degli esatti ingombri dell’auto. Le sospensioni, anteriori a quadrilatero e posteriori multilink, assorbono le asperità cittadine con disinvoltura fino all’imbocco dell’autostrada. Qui entra in gioco il cambio Dual Clutch a 8 marce della Tremec con le ultime 2 di overdrive per consentire emissioni e consumi ridotti. A stupire è il comfort dei sedili sportivi Sabelt che, nonostante le prolungate ore di guida, non affaticano il corpo.

È il turno di prendere il volante della Cielo per arrampicarsi sui tornanti che da Vipiteno portano al Passo del Giovo. La declinazione targa della MC20 consente un’esperienza ancora più coinvolgente e immersiva grazie al canto del V6 che, in modalità Sport, riecheggia rabbioso in accelerazione percorrendo le vallate. Il tetto retrattile ha comportato un aggravio di poco più di 50 kg che non si percepiscono affatto in marcia. Richiudibile in 12 secondi fino a 50 km/h, il tettuccio è in vetro elettro cromatico in grado di passare da trasparente a opaco semplicemente sfiorando il touch. Abbiamo attraversato il confine e il sole, che sta tramontando all’orizzonte, consente di poter viaggiare en plein air per assaporare le strade che costeggiano Innsbruck, attraversando il Fernpass fino a giungere il castello di Neuschwanstein. Da vere prime donne, le MC20 riescono a spezzare l’atmosfera da fiaba attirando i numerosi sguardi dei turisti incuriositi. Giunti in Germania, e lasciata la città di Ulm, è l’ora di aggredire le curve della Foresta Nera in modalità Corsa. La taratura delle sospensioni più rigide, calibrabili tramite il drive mode, esalta le doti telaistiche della MC20 che copia alla perfezione i saliscendi delle strade tedesche grazie alla monoscocca in carbonio associata ai due telaietti in alluminio anteriore e posteriore.

Lo sterzo chirurgico, e ben calibrato, e il differenziale elettronico permettono di gestire al meglio la MC20 anche quando il manto stradale diventa leggermente umido. Il susseguirsi di curve non mette in difficoltà neppure l’impianto frenante carbo-ceramico, sempre puntuale nella risposta. La foresta lascia quindi lo spazio all’Autobahn, luogo ideale dove sgranchire la MC20 affondando il pedale del gas. La risposta è fulminea con il motore che urla e le valvole si aprono completamente superando istantaneamente i 260 km/h (in Maserati dichiarano 326 km/h di velocità massima). Pochi chilometri alla meta, siamo in Belgio, i cartelli stradali riportano l’indicazione del circuito di Spa. Ci dirigiamo, tra ali di folla incuriosita, verso il paddock. Arrivati a destinazione, resta solamente il rammarico di non poter provare la MC20 nel suo habitat naturale, ovvero tra i cordoli dell’iconico tracciato belga.

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Venerdì 7 Luglio 2023 - Ultimo aggiornamento: 23-09-2023 12:17 | © RIPRODUZIONE RISERVATA