La Mitsubishi Colt di settima generazione è stata chiaramente realizzata sulla base della Renault Clio mantenendone tutte le caratteristiche che la rendono un prodotto moderno e di successo.

Mitsubishi Colt, come va la piccola giapponese derivata dalla Renault Clio

di Nicola Desiderio
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Un ritorno e un deja vu. La nuova Mitsubishi Colt non si vedeva da un pezzo da noi e, se date uno sguardo a quella di settima generazione, vi sembrerà di averla già vista. Per un motivo molto semplice: la nuova Colt è un rebadging – una vettura ricavata da una già esistente cambiando solo le parti identificative – della Renault Clio e come lei è costruita nello stabilimento che il costruttore ha a Bursa, in Turchia. A permettere l’operazione sono il legame esistente tra la Régie e la Nissan, dal 2016 detentrice del 34% di Mitsubishi, e i recenti accordi tra i due costruttori che prevedono un rilancio in Europa del marchio dei Tre Diamanti attraverso 9 nuovi modelli.

Il primo è la Colt, nata originariamente nel 1962 e arrivato per la prima volta in Europa nel 1968 alla quale seguirà una ASX ad immagine e somiglianza della Renault Captur, la nuova Outlander plug-in hybrid nel 2024 e per l’anno successivo un’elettrica che, senza utilizzare la carta calcante, farà leva sulle risorse tecniche e produttive del marchio francese in Europa. In questo modo Mitsubishi inizierà ad avere di nuovo una gamma degna di questo nome e la Renault farà marciare di più stabilimenti e investimenti. Per gli appassionati di un marchio che ha vinto 5 titoli mondiali rally (4 Piloti con Tommi Makinen e uno Costruttori), 17 Safari Rally 2 e altrettante Dakar (delle quali 12 consecutive…) avere in listino una copia conforme e certificata dalla Clio è un grosso smacco, ma per i clienti è la garanzia di poter contare su un prodotto moderno ed affidabile.

Occorre anche ricordare che Mitsubishi ha compiuto operazioni analoghe o quasi e al contrario. Basti ricordare la prima Smart Forfour del 2002 sfruttava il pianale e la meccanica della Colt e anche il motore 3 cilindri della Fortwo aveva impressi i Tre Diamanti. In quel caso fu il legame con la Chrysler a dare il via all’operazione allorquando il costruttore di Auburn Hills entrò nell’orbita della Daimler. Tale rapporto esisteva già da tempo e diede frutti anche di rilievo negli anni ‘90, come ad esempio la Dodge Stealth derivata dalla Mitsubishi 3000 GT, una coupé con motore V6 3 litri biturbo da 300 cv con 4 ruote motrici e sterzanti. E vogliamo ricordare le Citroen C-Zero e la Peugeot Ion prese pari pari dalla Mitsubishi i-MiEV? O le 4007 e 4008 e le Aicross e C-Crosser prese rispettivamente dalla ASX e dalla Outlander? C’è stato anche un tempo in cui Mitsubishi produceva in Europa le proprie Carisma insieme alle Volvo S40 utilizzando il motore diesel 1.8 – guarda caso – della Renault.

La storia dunque si rovescia e ritorna nella Mitsubishi Colt che ricalca le misure (è lunga 4,05 metri) della Clio e tutto quanto il resto accogliendo tutte le migliorie introdotte di recente sulla francese, comprese quelle estetiche (vd. i fari anteriori) con l’aggiunta di una calandra diversa, di scritte cromate di lato e posteriormente e, ovviamente con i loghi dei Tre Diamanti che, per un caso fortuito, sembrano formati da tre piccole losanghe cromate. A questo proposito, la Losanga posteriore è stata sostituita dalla telecamera mentre al posto della scritta Clio, i giapponesi hanno preferito mettere la scritta Mitsubishi, forse perché metterne un’altra di 4 lettere avrebbe creato un equivoco ulteriore tra Clio e Colt. Cinque le tinte per la carrozzeria e si possono avere cerchi da 15”, 16” o 17”.

All’interno l’omologia è praticamente completa tranne che per il logo sul volante. L’interfaccia uomo-macchina prevede, a seconda delle versioni, una strumentazione digitale da 7” o 10” e uno schermo verticale da 7” o 9,3” del sistema infotelematico. Semplice da utilizzare, ha il pregio di non essere troppo accentratore e lasciare fuori altre funzioni come il climatizzatore che si serve di manopole e pulsanti. Di quest’ultimi se ne trovano diversi a cursore e molti anche sulle razze del volante. C’è la possibilità di collegare wireless dispositivi Android e iOs e di ricaricarli wireless. L’abitabilità è buona avanti e, se chi vi siede non è troppo alto, accettabile dietro dove però accessibilità e spazio per la testa non sono ottimali. Uno dei punti di forza è invece il bagagliaio: 391 litri che diventano 1.064 abbattendo lo schienale posteriore. Peccato che la forma infossata crei una grossa distanza con la soglia e il pulsante di apertura del portellone sia nel portatarga, dunque ci si sporca le mani.

Completa anche la dotazione di sicurezza con tutti dispositivi di assistenza che permettono la guida autonoma di livello 2 come il cruise control adattivo, la frenata automatica d’emergenza e il mantenimento della corsia. In più, ci sono anche l’allerta per l’angolo cieco e per il traffico trasversale posteriore trasversale, in più c’è anche il sistema di parcheggio semiautomatico. Ovviamente presi dalla Clio anche i motori: il 3 cilindri mille aspirato da 65 cv con cambio manuale 5 rapporti, il turbo da 90 cv con cambio a 6 rapporti (unica opzione a non essere guidabile da neopatentati) e l’ibrido da 145 cv con motore 1.6 aspirato, trasmissione multimodale automatica a 4 rapporti, che incorpora i due motogeneratori, e la batteria agli ioni di litio da 1,2 kWh. Il sistema permette il funzionamento in serie o in parallelo e di marciare in elettrico fino all’80% del tempo in elettrico sui percorsi cittadini.

La Colt conferma anche su strada le caratteristiche della Clio: dunque un assetto che assorbe bene le irregolarità dell’asfalto accanto ad una precisione di guida e una stabilità che permettono di guidare brillantemente e in piena sicurezza, grazie anche ad uno sterzo ben calibrato. Il 3 cilindri da 90 cv si fa apprezzare per la buona spinta ai bassi regimi, l’ibrido per la fluidità di marcia, a patto di guidare in modo rilassato perché forzare il ritmo fa emergere la lentezza del cambio e la rapportatura necessariamente distante per la presenza di soli 4 rapporti. Gradevole invece la reattività “elettrica” all’acceleratore, ma soprattutto notevoli i consumi che, dopo tre ore di guida tra Berlino e la zone del Bandeburgo, si sono dimostrati allineati a quelli dichiarati (4,2-4,5 litri/100 km) con la possibilità di fare ancora meglio quando si procede in città.

La nuova Mitsubishi Colt arriverà nei concessionari a dicembre con un listino che comprenderà quattro allestimenti (Inform, Invite, Intens e Instyle) del quale si conosce solo i livelli di equipaggiamento e il prezzo di accesso di 17.900 euro con 5 anni di garanzia (o 100.000 km) e assistenza stradale di pari inoltre per la versione ibrida ci sono 8 anni o 160.000 km sulla batteria e la possibilità di fare controlli gratuiti per verificarne lo stato di salute.

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Martedì 26 Settembre 2023 - Ultimo aggiornamento: 27-09-2023 13:55 | © RIPRODUZIONE RISERVATA