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ROMA - Scacco alla concorrenza in tre mosse. Daimler e Bmw hanno ufficializzato la decisione di voler procedere alla fusione delle società di car sharing Car2go e DriveNow. In gennaio, prima mossa, la casa bavarese aveva acquisito per 209 milioni di euro il 50% della società DriveNow dalla Sixt, inizialmente contraria anche se ha poi avallato l’operazione e adesso starebbe lavorando al varo di una propria piattaforma per la condivisione delle auto. All’inizio di marzo, seconda mossa, il costruttore di Stoccarda aveva rilevato da Europcar il restante 25% di Car2go per assumerne il pieno controllo. Alla fine dello stesso mese l’annuncio della joint venture paritetica fra i due costruttori tedeschi per unire l’offerta. Che è estesa anche alle altre controllate: MyTaxi (inclusa Beat e Clever Taxi), Chaffeur Privé e Moovel di Daimler e ParkNow (con ParkMobile), ReachNow e ChargeNow (e Digital Charging Solutions) di Bmw. La quarta mossa non dipende dalle due società tedesche, perché è l’approvazione dell’operazione da parte delle autorità sulla concorrenza, sulla quale i costruttori non sembrano nutrire dubbi. Del resto, precisano, continueranno a restare rivali nel loro “core business”, che almeno per il momento è la produzione e la vendita di veicoli.
Includendo tutti gli ambiti dell’accordo, il bacino di clienti comune raggiunge i 40 milioni. Si tratta di una massa critica che dovrebbe consentire una maggiore redditività. L’obiettivo dell’intesa è quella di offrire la migliore «esperienza per il cliente», tanto che – almeno inizialmente – per i fruitori dei servizi congiunti non cambierà alcunché. Gli scenari futuri della mobilità sostenibile sono quelli che impegnano già oggi i costruttori, molti dei quali hanno investito a vario titolo in società e start-up che assicurano applicazioni innovative. Nel campo del car sharing a flusso continuo, senza cioè una stazione fissa per la presa in carico ed il rilascio delle auto, car2go e DriveNow sono certamente dei pionieri. Non a caso a livello mondiale dispongono di una flotta complessiva di 20.000 auto (6 mila quelle di Drive Now), alcune migliaia completamente elettriche.
Gli utenti registrati sono ormai oltre 4 milioni: stando agli ultimi dati quasi tre li porta in dote car2go, che lo scorso anno ha contabilizzato circa 24 milioni di passaggi, in crescita del 38%. Il car sharing viene offerto in 31 città: Le ultime alle quali è stata estesa l’offerta sono Lisbona e Helsinki. Alcuni centri sono coperti esclusivamente con la formula “full electric”: San Francisco e Copenhagen (DriveNow), Stoccarda, Madrid e Amsterdam (Car2go). Oltre alle Smart, le auto con cui Daimler ha lanciato il proprio servizio, Car2go ha ampliato l’offerta anche a modelli Mercedes, tipo la Classe A, la B, la CLA e la GLB. La casa dell’Elica mette a disposizione invece, Mini e, tra le altre Bmw, anche la i3 a zero emissioni. I servizi di ride-hailing, cioè la prenotazione ed il pagamento di servizi di taxi attraverso applicazioni specifiche, completano un sistema integrato per spostamenti alternativi. Perché in futuro, di sicuro nelle metropoli, il possesso di un’auto sarà di gran meno importante del suo reale utilizzo, limitando così il traffico, le emissioni e l’uso di spazio. Le autorità di Singapore hanno già dato un segnale chiaro fissando a partire dal 2018 e per per alcuni anni un equilibrio tra nuove immatricolazioni e demolizioni: insomma, una crescita zero del mercato proprio non consumare il territorio.
«Fra i costruttori siamo dei pionieri e non lasceremo il campo della mobilità del futuro ad altri», ha sintetizzato Dieter Zetsche, numero uno di Daimler. Dopo che Geely si è assicurata quasi il 10% del capitale della casa di Stoccarda sono già circolate le prime indiscrezioni su un possibile coinvolgimento della società cinese nella joint venture. Con Cao Cao, Geely è già un operatore importante nel segmento: nel Celeste Impero conta già 10 milioni di clienti. «Non escludiamo possibili nuovi partner negli Stati Uniti o in Cina», aveva indirettamente confermato Peter Schwarzenbauer, uno dei top manager della casa bavarese. Un’altra delle opzioni all’orizzonte è la quotazione in borsa del nuovo soggetto, una volta ottenuta l’approvazione delle autorità e coordinate le attività.
«Uniamo le nostre forze e diamo un segnale ai nuovi concorrenti», ha chiarito Harald Krüger, Ceo di Bmw Group. Mobilità sostenibile ed economia condivisa non sono formule alla moda, ma aspirazioni anche economiche globali. Secondo una recente stima, ad esempio, entro 10 anni DriveNow dovrebbe garantire un decimo degli spostamenti individuali, almeno in Germania. Il Ceo della società Sebastian Hofelich ha spiegato come nelle cinque città tedesche coperte dal servizio ogni anno le persone percorrano complessivamente 98 miliardi di chilometri.