LE MANS – Per le prossime novità di Alpine non ci sarà da attendere molto. A cominciare dal primo Atelier, che verrà aperto a breve a Barcellona. Poi arriveranno Parigi e Londra. Anche l'Italia avrà almeno uno dei nuovi ed esclusivi saloni dedicati, che vanno oltre gli attuali “corner”, probabilmente inizialmente a Milano. Al Salone dell'Auto della capitale francese è prevista anche almeno una novità di prodotto, che potrebbe essere l'evoluzione del prototipo Alpenglow. A Le Mans è in vetrina come Hy4, ossia a idrogeno con motore a 4 quattro cilindri, mentre al Motor Show di Parigi potrebbe debuttare con il V6. Antonino Labate, un “fedelissimo” di Luca de Meo, Ceo del gruppo Renault che lo ha chiamato a dirigere Vendite e Marketing della casa di Dieppe, anticipa almeno in parte il futuro: «Avremo centosessanta rivenditori in Europa entro il 2026», anticipa.
A margine della 92° edizione della 24h di Le Mans chiarisce il posizionamento del marchio: «Saremo a lato dei brand luxury e premium – dice – È un segmento che non esiste. E, infatti, oggi non c'è niente di simile alle Alpine che stanno arrivando». Saranno 7, tutte elettriche, entro la fine del decennio, ma nel giro di qualche anno dopo la A290 appena presentata verranno lanciati la nuova A110 e un crossover Gt (2+2) di segmento C. Di più, Labate non rivela.
«Da un anno e mezzo stiamo lavorando a una nuova piattaforma, la Alpine Performance Platform (App) – incalza – che sarà in alluminio e elettrificata, ma percorreremo una strada diversa. Già quando si potrà guidare la A290 si percepirà la differenza rispetto alla R5: le persone vogliono vivere una esperienza differente, anche digitale, e noi gliela offriremo».
Il Wec e la 24h di Le Mans?
«A nostro avviso il mondiale di endurance è una piattaforma di grande interesse e con un notevole potenziale di crescita. E a Le Mans ci vengono i veri appassionati di auto, non tanto quelli del glamour. Per questo l'anno prossimo celebreremo qui i settant'anni del marchio e rafforzeremo progressivamente la nostra presenza attorno al circuito».
Per stessa scelta della proprietà, Alpine non è destinata a diventare un marchio di volumi: con il 2030 vuole raggiungere le sei cifre, ma tanto basta, proprio per continuare a garantire quel certo tasso di esclusività abbinato all'esperienza di guida “alternativa”. L'elettrificazione è già una realtà e l'idrogeno è molto di più di un sogno: «Il piacere di stare al volante è anche in funzione dell'alimentazione», che per il momento è ancora termica e che poi diventerà a zero emissioni. Labate svela le prime reazioni alla presentazione della Alpine A290, la prima elettrica della casa di Dieppe: «Abbiamo raccolto valutazioni estremamente positive dal Regno Unito, che è un mercato molto selettivo. Più in generale, abbiamo anche registrato quindicimila manifestazioni di interesse, un bel numero ventiquattro ore dopo averla esibita», conclude.