Il Belpaese romba nel motorsport. Non è bastata la cavalcata trionfale del Cavallino a Le Mans, scortato al prestigioso traguardo dalle italiche Lamborghini ed Isotta Fraschini. Ieri è arrivata la notizia che anche il mitico Flavio Briatore scenderà di nuovo in pista per aiutare l’altro talento tricolore Luca de Meo ad accompagnare la scuderia Alpine ai piani più alti del Circus. Ed interpretare con onore quell’orinale ruolo di “Nazionale dei Motori” francese che il dinamico top manager di origini pugliesi ha coniato per l’occasione. Flavio, alla tenera età di 74 anni già compiuti, si getta nella mischia con il solito entusiasmo.
La sua vita è un film. Anzi un romanzo e, leggendo la biografia, si fa fatica a credere che un uomo solo possa aver fatto tutte quelle cose. I suoi più noti successi, però, sono in Formula 1, dove il piemontese piombò come un alieno all’inizio degli anni Novanta quando non aveva ancora quarant’anni. Ad introdurlo è l’amico e partner di lavoro Luciano Benetton, alle prese con la gestione del suo team creato qualche anno prima. Flavio fu bollato dagli addetti ai lavori come un “parvenu” per la totale mancanza d’esperienza nel motorsport, ma la dote che più serviva per nuotare in quell’acquario inventato da Bernie Ecclestone, un ex pilota diventato uno dei sudditi più ricchi della regina Elisabetta, era la scaltrezza.
Il geometra aveva un fiuto straordinario per gli affari e i soldi e intuì immediatamente che quel colorato e chiassoso pianeta sarebbe diventato la sua tana. «Questo non è uno sport, è un business...». Ripeteva agli amici prima di mettersi al lavoro. Non impiegò molto ad arrampicarsi sulla scala del successo, lasciando tutti di stucco per come riusciva a convogliare le persone giuste, annusando come un cane da tartufo i fenomeni in fieri, sia tecnici che, soprattutto, piloti. L’ascesa fu fulminea, in un lampo si ritrovo la F1 a suoi piedi, con totale rispetto per tanta furbizia. A Spa, il tempio della velocità, s’innamorò a prima vista di un esordiente ragazzo tedesco, schierando in campo tutta la sua arguzia per metterlo sotto contratto.
Aveva ingaggiato Michael Schumacher che l’anno dopo, sulla stessa pista, vinse in suo primo gran premio e, nel 1994, riusci a conquistare il Campionato Mondiale di F1. In meno di un lustro, dall’anticamera al paradiso, nessuno voleva crederci. L’anno dopo il bis passando ai motori Renault che hanno accompagnato tutta le sua carriera, fino ad ora quando deve riportare solo a che lo ha ingaggiato, Luca de Meo, l’attuale condottiero del Renault Group a cui appartiene Alpine. “Rapito” Schmi dal fascino Ferrari degli amici Montezemolo e Todt, Flavio ebbe la pazienza di attende la fine del ciclo Rosso per rimettersi sul trono.
Ad Estone, sede della Toleman poi acquistata dalla Benetton, si era insediata proprio la Regie che Carlos Ghosn voleva portare a dominare. E scelse proprio Flavio, che conosceva quelle strutture come le sue tasche, per guidare l’impresa. Briatore vide il suo Michael abbracciato a Todt sui podi di tutto il mondo mentre stava preparando il colpo da maestro con un’altra scoperta da sopraffino “telent scout”. Fu proprio il giovane Alonso a succedere a Schumacher dominando i campionati del 2005 e 2006, sia Piloti che Costruttori. In poco più di dieci anni 7 titoli Mondiali, 4 Piloti e 3 Costruttori.
Come gli è capitato spesso nella sua formidabile carriera non solo in F1, dalle stelle poteva finire nella polvere, inseguito dalla “giustizia” che lo ha spesso condannato, ma sempre riabilitato. Dal Circus, che lo aveva incoronato eroe, fu buttato fuori con infamia accusato di aver mandato a muro volutamente Piquet Junior per far entrare la safety car e consegnare la vittoria ad Alonso a Singapore. Bandito da tutti i paddock FIA, Flavio è stato riabilitato con onore e nel 2022 nominato Ambassador della massima Formula per i suoi risultati sul campo.
Ora il ritorno in prima linea che non significherà una sua presenza costante in circuito. Oltre a qualche anno sulle spalle, Flavio gestisce un business globale di cui anche il principale azionista. De Meo lo ha fortemente voluto come “executive advisor”, cioè consigliere esecutivo per la F1, per dare le giuste dritte grazie alla sua visione fatta di intuito ed esperienza. Flavio, nel tempo, ha avuto numeroso “soci”, da Benetton ad Ecclestone, fino al Ministro Santanché. Un altro ruolo spontaneo è stato quello del “playboy”, sempre contornato di compagne bellissime con le quali recentemente si è scattato una foto di gruppo: Naomi Campbell, Heidi Klum ed Elisabetta Gregoraci.