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MILLERUOTE
di Giorgio Ursicino
Max Verstappen festeggia in Canada appena sceso dalla vettura, dopo la vittoria

Verstappen dà lezioni in Canada: una questione di manico. Naufragio Ferrari: due ritiri, zero in pagella

di Giorgio Ursicino

Con una corsa difficile magistralmente condotta, Verstappen torna a vincere acchiappandosi, per la terza volta di fila, il Gran Premio del Canada sulla pista intitolata a Gilles Villenueve nell’isola di Notre Dame. Sul podio insieme a lui altri due campioni della nuova generazione, Norris con la monoposto papaya e Russell con una risorta Freccia d’Argento. Poi Hamilton, Piastri e Alonso con un’Aston Martin decisamente meno veloce di Red Bull, McLaren e Mercedes che, nelle varie fasi della gara, sono sembrate al vertice. Per la Ferrari è notte fonda. Le speranze un po’ ambiziose che avevano i tifosi di poter lottare per il Mondiale naufragano sotto il diluvio di Montreal. Zero in pagella per un doppio ritiro.

Ma non è stata solo l’affidabilità a sgretolarsi, le Rosse non sono mai state in gara. Anzi, il tormentone è iniziato dalle prove. Mai in palla nelle tre sessioni di libere, addirittura in grado di fallire l’ingresso in Q3 nelle qualifiche. Era lecito sperare in una rimonta, magari non da podio, ma da top five sicuro, perché fino ad ora le Aston e le Stelle erano sempre state di un altro pianeta. Invece niente. Sulla pista allagata le SF-24 si difendevano come un motoscafo, senza però mai accelerare. Quando l’asfalto andava asciugandosi, cosa che è accaduta almeno un paio di volte nelle quasi due ore di gara, sembrava di essere in una palude.

Leclerc aveva evidenti problemi al motore e quando serviva tutta la spinta non poteva combattere. Carlos ha avuto la vettura danneggiata da alcuni contatti e perdeva quasi un secondo al giro prima di girarsi in mezzo agli assaltatori delle retrovie. Non era il caso di esaltarsi prima di attraversare l’Atlantico, non è il caso di deprimersi puntando su Barcellona. SuperMax ha trionfato perché è stato l’unico a non commettere il minimo errore su una pista infida quando si deve andare al limite. Una vittoria del pilota insomma. Prima del via ha piovuto abbondantemente, l’asfalto è inzuppato e nuvoloni neri all’orizzonte minacciano di rincarare la dose. Chi parte in traiettoria appare leggermente avvantaggiato perché dall’altra parte della carreggiata l’acqua ristagna con più facilità, garantendo meno grip ai pneumatici.

Tutti partono con le gomme intermedie, escluso le due Haas di Magnussen e Hulkenberg che montano le “full wet”. La scelta del team americano, al momento, è avvantaggiata e le due monoposto recuperano diverse posizioni. I piloti si lamentano dell’aderenza e, soprattutto, della visibilità. All’ottavo giro la situazione si ribalta e Magnussen si ferma per cercare di capitalizzare la superiorità mostrata finora. Le due Ferrari non entusiasmano, Leclerc è decimo, Sainz tredicesimo. Davanti tutti cercano di mantenere le posizioni e non azzardano nessun sorpasso per non uscire dalla linea ormai quasi asciutta. Russell e Verstappen allungano, dietro ci sono le due McLaren, più staccati Alonso e Hamilton. Al giro 15 la traiettoria è ormai asciutta e le gomme intagliate sono alla frutta.

Sul rettilineo le monoposto cercano le pozzanghere per raffreddare le mescole, ma gli ingegneri le tengono in pista perché di lì a poco è annunciata altra pioggia. Norris recupera forte su Verstappen che va lungo alla prima curva e deve dare strada a Lando. Il giovane britannico, a suon di giri veloci, attacca anche il connazionale della Stella e va a prendersi la testa. George, per tentare di resistere, taglia la chicane che immette sul traguardo e deve lasciare la posizione al campione del mondo. Il solito Sargeant appoggia la sua Williams sul muro ed entra la safety car. Tutti si fermano a cambiare le gomme e montano di nuovo le intermedie perché il temporale è ormai arrivato.

Nel pit stop Norris perde due posizioni e quando la corrida riprede i primi sei sono: Verstappen, Russell, Norris, Piastri, Hamilton e Alonso. La Ferrari si trova in bruttissime acque, lo spagnolo è tredicesimo, il monegasco addirittura ultimo perché, per cercare di raddrizzare una giornata storta, ai box gli montano le slick in pieno acquazzone e Charles, dopo un po’ di rally, è costretto a fermarsi di nuovo. Al 43° giro il Principino si arrende, alza bandiera bianca e si ritira. Peggio non poteva andare dopo i fasti di Montecarlo che, nonostante le frenate di Vasseur, autorizzava sogni di gloria.

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Lunedì 10 Giugno 2024 - Ultimo aggiornamento: 11-06-2024 08:11 | © RIPRODUZIONE RISERVATA