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Dopo il nome, sappiamo finalmente come è fatta la Lotus Emeya, la hyper GT elettrica che, seguendo gli annunci dei mesi scorsi e i teaser dei giorni scorsi, la casa sino-britannica ha svelato in occasione della presentazione avvenuta a New York, nell’ambito di una tre giorni dedicata nel quartiere di Chelsea per promuovere il nuovo modello e celebrare i 75 anni di storia del costruttore fondato da Colin Chapman.
E dopo le prime foto in penombra, la Emeya (Type 133) non ha deluso le attese. Il suo stile riprende i canoni già visti sulla Eletre, ma con forme meno taglienti e meno scavate dall’aerodinamica, tema comunque svolto con la massima attenzione e con l’adozione di dispositivi attivi per la griglia frontale, il diffusore e lo spoiler posteriore (che da solo genera 215 kg di deportanza) oltre ai retrovisori esterni sostituiti da telecamere. A differenza della sorella a ruote alte, i gruppi ottici anteriori sono organizzati su due file di led sovrapposte mentre in coda c’è un'unica linea luminosa che percorre la vettura interamente in larghezza. L’insieme è sicuramente d’impatto, accanto alle dimensioni che dovrebbero superare i 5 metri in lunghezza.
Svelato anche l’abitacolo, anche questo ispirato ai canoni già apprezzati sulla Eletre e organizzato come una 2+2 con ampia disponibilità di spazio e di movimento per tutti gli occupanti grazie al pavimento piatto. Massiccio l’utilizzo di materiali sostenibili e riciclati con l’obiettivo di abbattere le emissioni di CO2 e l’impronta ambientale del veicolo nel suo ciclo di vita. Tra questi: un nuovo tessuto ottenuto da fibre recuperate dal mondo della moda insieme all’alluminio, all’Alcantara, alla Nappa trattata con metodi naturali e ad uno speciale tessuto ricavato da poliuretano, privo di PVC e con caratteristiche sensoriali analoghe a quelle offerte dalla pelle.
Così come sulla Eletre, troviamo schermi OLED, il sistema infotelematico con doppio processore Snapdragon 8155 e l’impianto audio KEF con Dolby Atmos. Avanzatissima la dotazione di sicurezza con hardware capace di assicurare potenzialmente la guida autonoma di livello 4. La piattaforma di partenza è sempre la EPA (Electric Premium Architecture) con batteria da 102 kWh e architettura elettrica a 800 Volt che permette la ricarica a 350 kW con tempi dichiarati di 5 minuti per 150 km e di 18 minuti per arrivare dal 10% all’80%. L’autonomia supera i 600 km. Due i motori con potenze complessive che, se confermate, sono di 450 kW e 675 kW. La Lotus per ora fa sapere che la Emeya è capace di accelerare da 0 a 100 km/h in 2,8 s. (anzi 2,78 s.) ed è limitata a 250 km/h.
Così come la Eletre, la Emeya ha le sospensioni pneumatiche a controllo elettronico, in grado di cambiare i loro parametri in un millesimo di secondo, e dovrebbe conservare le 4 ruote sterzanti. Dati ulteriori saranno diramati entro l’anno in vista dell’inizio della produzione all’inizio del 2024 presso lo stabilimento di Wuhan, lo stesso della Eletre e da dove uscirà anche il prossimo modello di Lotus, un suv dalle dimensioni più contenute che al momento è conosciuto solo per il suo codice interno Type 134. L’ambizione è costruire una gamma in grado di generare per il 2028, quando la Lotus compirà 80 anni, un volume di 100mila unità all’anno posizionando il marchio sportivo nato britannico tra i leader nel mondo.