La Toyota C-HR di seconda generazione ha uno stile che, ancora una volta, dividerà pubblico e critica. Tutte full-hybrid le propulsioni e ci sarà anche la versione ricaricabile alla spina.

Toyota C-HR, la seconda generazione vuole ancora stupire con lo stile ed è anche plug-in

di Nicola Desiderio
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AMBURGO – La Toyota C-HR è nata per stupire e per la sua seconda vita vuole fare altrettanto ripetendo il successo che è testimoniato da oltre 750mila unità vendute della quali 90mila in Italia. Questi sono i numeri, al di là dei giudici contrastanti che l’hanno accompagnata sin dal debutto dividendo pubblico e critica tra chi ne è stato subito conquistato e chi invece non l’ha mai sopportata giudicandola eccessiva. Di sicuro, la C-HR non ha mai lasciato indifferenti e nel 2016 stupì perché, al contrario di molte altre Toyota, non puntava a mettere d’accordo tutti, ma ad affermare la proprio personalità fortissima, inoltre perché somigliava in modo sorprendente al concept che l’aveva preceduta. Tutti pensavano che Toyota non l’avrebbe fatta mai così.

Ed invece… ed invece non solo l’ha fatto una volta, ma anche una seconda volta. Stavolta il concept della C-HR era stato presentato poco più di un anno fa e il modello definitivo forse è ancora più “sperimentale” del prototipo. Poco male: questo vuole evidentemente fare di nuovo la C-HR. La piattaforma è la GA-C attuale, ma aggiornata con l’utilizzo ancora più esteso di acciai ultraresistenziai (fino a 2.000 MPa) per alleggerire la scocca bilanciando l’aumento di peso dovuto alle maggiori dotazioni e, allo stesso tempo, aumentando rigidità torsionale e protezione per gli occupanti in caso di incidente. La nuova C-HR è lunga 4,36 metri, dunque più corta di 3 cm che invece aggiunge alla larghezza di 1,83 metri mentre rimangono praticamente identici il passo (2,64 metri) e l’altezza (1,56 metri).

La fisionomia generale è indiscutibilmente invariata, ma con diverse novità come i fari a C che, al pari della tinta bicolore a freccia, è ripresa dalla Aygo X. I parafanghi hanno un andamento meno presuntuoso, ma i cerchi sono da 20”, infine la coda presenta gruppi ottici che non si incontrano solo perché al centro c’è la scritta luminosa del modello che però rimane spenta in marcia per ragioni omologative. Sembra identico a prima il giroporta, diverse sono le maniglia a scomparsa poste alla stessa altezza sia di fronte sia posteriormente. Dietro l’angolo di apertura della portiera rimane non eccezionale, mentre la seduta è molto comoda e il finestrino più ampio migliora la visibilità. Apparentemente identico per capacità (358-377 litri) è anche il vano bagagli, ma ora c’è il portellone elettrico.

Il posto guida è più avvolgente, l’illuminazione ambiente è a 64 colori e ci sono 24 temi tra cui scegliere. Nuovo anche il tetto panoramico provvisto di una speciale protezione dai raggi infrarossi che permette di fare a meno del tendalino guadagnando 3 cm per la testa e togliendo 5 kg di peso. La strumentazione digitale è accoppiata ad un head-up display e allo schermo orizzontale da 12,3” a sfioramento del sistema infotelematico. Ha Android Auto e Carplay wireless, la navigazione in cloud, è controllabile in remoto con l’app che può trasformare lo smartphono in chiave e in telecomando per parcheggiare la vettura dall’esterno. Inoltre si aggiorna over-the-air, così come i dispositivi di assistenza alla guida che permettono di avere la guida autonoma di livello 2 con il cruise control adattivo dotato di funzione stop&go, il mantenimento della traiettoria che agisce anche in curva e la frenata automatica pronta ad intervenire anche agli incroci.

Migliorata la qualità generale e massiccio l’impiego di materiali di riciclo: vi sono oltre 100 componenti che li utilizzano tra cui i tappetini, il rivestimento dei sedili e anche i paraurti che non sono verniciati, ma di plastica colorata. Banditi i materiali di derivazione animale, anche per il volante. Quattro i sistemi di propulsione, tutti ovviamente ibridi “full”. Il primo con motore 1.8 da 140 cv dichiara uno 0-100 in 9,9 s. e consumi di 4,8-5 litri/100 pari a 104 g/km di CO2. Il secondo da 198 cv ha motore due litri, consumi identici ed emissioni carboniche leggermente superiori (107 g/km), ma è nettamente più scattante (0-100 km/h in 8,1 s) e lo è ancora di più la versione a trazione integrale con motogeneratore posteriore da 30 kW, lo stesso della Corolla Cross, ma tarato per agire in modo più incisivo e dare alla C-HR un comportamento stradale particolarmente appagante.

La grande novità è la versione ibrida plug-in con motore 2 litri da 223 cv che chiude lo 0-100 km/h in 7,4 s. e promette 66 km in elettrico con una batteria da 13,6 kW dotata di caricatore da 7 kW. Dichiara consumi di 0,9 litri/100 km pari a 19 g/km di CO2. Per migliorare la gestione dell’energia, il recupero in decelerazione può essere regolato su tre livelli con il più incisivo che permette la guida con un solo pedale. Vi sono altri due sistemi per ottimizzare l’efficienza e l’utilizzo della batteria grazie ai dati satellitari. Il primo è la guida predittiva che, in base alle caratteristiche del percorso e del traffico, gestisce l’energia presente a bordo; il secondo è la possibilità di attivare automaticamente la modalità di marcia elettrica quando si entra nelle zone a traffico limitato secondo il principio dello geofencing. Non ancora deciso il listino che però dovrebbe partire da una soglia vicina ai 40mila euro. Se ne saprà qualcosa in più tra qualche settimana quando saranno aperte le prenotazioni mentre le prime consegne inizieranno nel corso dell’ultimo trimestre dell’anno. Obiettivi: almeno 10mila unità all’anno prendendosi il 9% del segmento e continuando a essere una delle colonne commerciali di Toyota con il 15% delle vendite di tutta la gamma.

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Lunedì 26 Giugno 2023 - Ultimo aggiornamento: 27-06-2023 13:35 | © RIPRODUZIONE RISERVATA