Il tre volte vincitore della 24 Ore di Le Mans ha un legame molto stretto con Vallelunga. Qui ha iniziato a correre con Formula Fiat Abarth, poi è stato protagonista delle accese sfide di F3, e soprattutto dell’epopea del Superturismo che ne hanno fatto un dei grandi beniamini del pubblico romano.
«A Vallelunga ho disputato la mia prima gara in assoluto in automobile, marzo-aprile 1983 quando ho debuttato in Formula Fiat Abarth. Purtroppo finì male, con un incidente, non causato da me, in quanto fui coinvolto in un groviglio innescato da alcune macchine che mi precedevano, se non sbaglio alla Trincea… Tra l’altro era proprio la prima volta che vedevo Vallelunga. Avevo infatti partecipato al Corso Federale CSAI, nel dicembre 1982 ma ero stato uno dei pochi che l’avevo sostenuto a Misano, dove la Scuola si era trasferita per l’occasione».
«Da allora a oggi, Vallelunga la potrei considerare come la mia pista di casa, nonostante sia Monza quella a me più vicina, perché, soprattutto nel periodo Audi gran parte dello sviluppo e dei test venivano svolti a Vallelunga. Si è instaurato un bel rapporto con tutti, dal Direttore alle Segretarie a tutto il personale di pista, che ha fatto sì che tutte le volte che ho frequentato e frequento tuttora il “Taruffi” mi sento a casa!».
«Se parliamo invece di risultati sportivi, Vallelunga mi ha dato tanto. Mi ricordo le vittorie in Fiat Abarth, la vittoria in batteria al mio debutto in F3 nel 1985, la vittoria nel Gran Premio Campagnano ecc. In F3 c’è stato anche un episodio negativo, quando nel 1987 una vittoria si è trasformata in delusione per la squalifica nel post gara. Anzi colgo l’occasione per discolparmi pienamente per quell’evento, che ancora oggi a distanza di più vent’anni considero come un “furto” che mi è stato fatto, più per ragioni politiche che per ragioni tecniche. Venivo da un anno di tribolazioni con Coloni, dovute alla mancanza di budget, e al concomitante impegno di Enzo in F1. Insomma anche per la mancanza di appoggi che c’erano negli anni precedenti mi sono ritrovato da favorito a comprimario».
«Quella era l’ultima gara di una stagione che per me è stata forse la peggiore della mia carriera. A Vallelunga passammo dalla Ralt alla Dallara. Abbiamo vinto, ma a fine gara siamo stati squalificati per una benzina irregolare trovata durante il primo turno di prove ufficiali, quando avevo fatto un tempo appena nei primi dieci e non ero certo in lotta per la pole. Nel secondo turno, chiesi al team se erano sicuri della benzina. Mi risposero di non essere sicuri, perché c’è stato detto di aggiungere un additivo. Un “consiglio” dato da chi poi ha fatto reclamo…Allora con il team decisi da quel momento in poi di non usare più quel carburante, ma di correre la seconda qualifica e la gara con la benzina che avevamo usato durante tutta la stagione. Benzina normale e faccio uno dei migliori tempi, vinco la batteria, vinco la gara, ma poi sono stato squalificato per il controllo fatto sulla benzina alla fine del primo turno di prove ufficiali, dopo di che non erano stati più fatti controlli. Per cui io so di aver fatto la qualifica e vinto la gara in modo “pulito” e mi sento ancora “derubato”, e questo è un “sassolino” che mi voglio togliere. Forse, con il senno di poi, se in quell’occasione fosse stato presente Coloni, con tutta la sua scaltrezza, avremmo dovuto farci un controreclamo dopo le prime prove, per far controllare la benzina dopo la seconda qualifica…»
«Tornando all’albo d’oro, delle 6 Ore me ne ricordo un po’ tutte e un po’ nessuna. Sono passati tanti anni. Ne ho vinte diverse di seguito. Mi ricordo sicuramente la prima perché sono rimasto in macchina per così tante ore che quasi mi addormentavo al volante! All’epoca la 1.9 TDI consumava veramente pochissimo, e con un rifornimento si faceva un numero di giri interminabili! E non avevo mai fatto un turno così lungo».
«Concordo poi che il periodo più bello è stato quello del Superturismo. E’ stata una delle poche competizioni dove il pubblico riempiva le tribune come ai tempi d’oro, e come sarebbe bello vedere tutte le domeniche sui circuiti italiani! E Vallelunga aveva la capacità di attirare un numero di appassionati “veri”davvero importante ed era un piacere per noi piloti correre con quel contorno».
«In più ricordo la stagione in cui ho conquistato il titolo, proprio con la vittoria ottenuta a Vallelunga all’ultima gara con una cornice di pubblico pazzesca, uno dei momenti più belli della mia carriera. A Vallelunga poi abbiamo costruito le vittorie di Le Mans con l’Audi. Lo sviluppo dei prototipi è iniziato a Vallelunga. Il progetto Le Mans, l’R8 che poi è diventata l’icona delle vetture sport nella prima decade del duemila è nato proprio al “Taruffi”!»
Infine, per quanto riguarda il tracciato attuale, l’allungamento del tracciato era una cosa dovuta perché cominciava diventare una pista troppo corta. Il pro di quest’allungamento è che ha dato al circuito una dimensione più consona alle potenzialità dell’impianto anche per gare di livello superiore. Il contro è che purtroppo, come è successo nel 90% dei circuiti italiani, è stata cancellata o azzoppata la curva più caratteristica, la “Trincea”. Ai tempi del F3 per me era la curva che faceva la differenza: quelli bravi la facevano in pieno e guadagnavano su quelli meno bravi che “alzavano” il piede».