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MILLERUOTE
di Giorgio Ursicino
Giuseppe Bitti, numero uno operativo di Kia Italia

Bitti, Kia Italia: «La EV9 è un altro passo in avanti nella nostra crescita. Un Suv di classe e tecnologia superiori»

di Giorgio Ursicino

Arriva la Kia EV9 e l’asticella si alza ancora. Il Suv nativo elettrico “ammiraglio”, con la sua lunghezza di oltre cinque metri e la sua tecnologia premium, spinge ulteriormente verso l’alto l’immagine del brand. La EV9 è addirittura entrata fra le sette finaliste del premio “Auto dell’Anno”, un passo diventato ormai un abitudine per la casa coreana. Molte delle armi vincenti di Kia fanno parte della “cultura globale”. Il modo di interpretare il business e l’arte nel fare automobili, restando sempre sintonizzati sulle novità tecnologiche in modo da miscelare con abile maestria le evoluzioni del progresso con la tradizione delle radici della più “antica” azienda automotive coreana. Buona parte del merito dei successi commerciali nel nostro paese vanno anche attribuiti alla squadra di Kia Italia. Un gruppo motivato e compatto, guidato a livello operativo dal Ceo Giuseppe Bitti, un manager che in questi anni ha saputo calare con lungimiranza le strategie di Seoul nel tessuto complesso del mercato italiano, soprattutto in questa fase di transizione energetica che ci porterà verso una mobilità totalmente sostenibile. Una sfida entusiasmante per tutti, ma che ad alcuni fa tremare i polsi. Bitti parla con grande entusiasmo di questa contingenza ed illustra nel dettaglio la visione del brand dopo il primo EV-Day da poco organizzato in cui il grande capo Ho Sung Song ha dato le sue linee guida. 

I cambiamenti rapidi e radicali non sembrano preoccupare Kia.

«È una fase di transizione, la mobilità sta cambiando. Poco più di due anni fa abbiamo introdotto il nostro logo completamente ristilizzato. Poteva essere solo il lancio di una veste grafica, invece era molto di più: coincideva infatti con l’avvio del piano industriale S che è la visione di Kia per i prossimi anni». 

Cos’ha di tanto innovativo questo approccio rispetto a prima?

«Si è parlato della nostra piattaforma nativa elettrica, la E-GMP, sulla quale sarebbero nati una quindicina di modelli “zero emission” da 2021 al 2027. Qualche mese dopo è uscita EV6 che ha immediatamente confermato le velleità del marchio. Un crossover premiato come “Auto dell’Anno” 2022 che ha tutte le carte in regola per affermarsi nel segmento premium». 

Un’auto ambiziosa.

«Direi di sì. Sia dal punto di vista del design che dei contenuti tecnologici come la ricarica a 800 volt, la connettività e i dispositivi di guida autonoma. Il primo step è stato raggiunto». 

E i passi successivi?

«Sono stati mostrati al recente EV-Day in Corea, è stato tolto il velo da alcuni modelli quasi pronti che confermano le promesse fatte con il piano S». 

In concreto di cosa si tratta?

«C’è la strategia Suv a batterie. La EV5, lunga poco più di 4 metri e 60, e la EV3 ancora più compatta, modelli più adatti al mercato europeo e, soprattutto, a quello italiano». 

Proprio in questi giorni c’è il lancio della EV9. Cos’è esattamente?

«Andiamo oltre la EV6, un crossover lungo 4 metri e 70. La EV9 tocca territori dove forse il nostro marchio non si era ancora spinto. È uno sport utility lungo oltre 5 metri che può ospitare 6 o 7 passeggeri e una gran quantità di bagagli. Ha una batteria di quasi 100 kWh e, nonostante il peso e gli ingombri, garantisce un’autonomia di oltre 550 km e una capacità di ricarica rapidissima. Anche gli Adas sono all’avanguardia, corrispondono ad una guida autonoma di livello 3». 

Quindi la svolta è verso il premium ed il lusso.

«Rimaniamo fedeli agli altri valori come la versatilità, l’accessibilità e la facilità di utilizzo. Dal 2025 ci sarà l’introduzione dei Pbv (Purpose Built Vehicles) come sono chiamati i veicoli commerciali di nuova generazione. Utilizzeranno la stessa tecnologia delle vetture e saranno declinati in forme e dimensioni diverse per poter rispondere ad ogni esigenza di trasporto di persone e cose». 

Cosa dovremo aspettarci dopo il 2027?

«Anche qui i piani sono definiti e gli investimenti relativi già allocati. Sapremo qualcosa di più preciso magari all’EV-Day del prossimo anno. Per ora è noto che Kia nel 2030 venderà 4 milioni di veicoli l’anno, 1,6 milioni dei quali totalmente elettrici». 

Si parla di sostenibilità al di là dei veicoli, di economia circolare, di riciclaggio dei materiali. Voi cosa state facendo?

«Da inizio millennio, da oltre 15 anni ci occupiamo con grande attenzione di questo argomento. Vogliamo essere sostenibili in ogni attività in cui è impegnata la nostra azienda, dalla scelta dei fornitori alle materie prime, dall’energia che utilizziamo nelle nostre fabbriche, alle attività di supporto ad organizzazioni che lavorano per l’ambiente». 

Ci fa qualche esempio?

«La collaborazione con “The Ocean Cleanup” che si occupa del recupero delle plastiche negli oceani e nei corsi d’acqua. A loro va il nostro supporto. Poi, nell’abitacolo della EV9 ci sono materiali ricavati da questo tipo di plastiche».

Per concludere?

«Vorrei ricordare che il cambio di logo è coinciso con la nuova ragione sociale. Non c’è più il nome Motor vicino a Kia. Per carità, non vogliamo abbandonare l’automotive, ma occuparci a tutto tondo di mobilità curando processi e servizi che supportano i clienti».

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Mercoledì 3 Gennaio 2024 - Ultimo aggiornamento: 04-01-2024 18:30 | © RIPRODUZIONE RISERVATA