L’estate è quasi volata via, ma la musica non cambia. Nel Gp d’Olanda a Zandvoort, un circuito corto fra le dune di sabbia che si tuffano nel mare del Nord e, con curve sopraelevate mozzafiato, somiglia alla mitica Daytona, il cannibale padrone di casa ha azzannato con ancora più ferocia. Due anni fa la corrida “orange” è tornata dopo un assenza di 35 anni proprio sulle ali del successo del fenomeno e Max non ha lasciato neanche le briciole ai rivali. Dal 2021, con quella di ieri, sono tre pole position consecutive e nessuno prova ad immaginare chi oggi potrebbe strappargli il terzo trionfo. Verstappen è perfetto ed ha una Red Bull almeno pari alla sua immensa classe. Parte davanti a tutti, ma non casca nei tranelli di uscire in testa dalla curva iniziale.
Troppo pericoloso, con un razzo del genere fra le mani non ne vale proprio la pena. Una volta che i comuni mortali si sono azzuffati per un tozzo di pane, apre il suo overboost e supera come un canguro chi ha osato fare scena e cavalca solitario verso il traguardo. Con quale vantaggio? Dipende. Venti, trenta secondi. Ma ha dato dimostrazione che, se servisse, il gap potrebbe essere di un minuto o anche di un giro. Con tanta superiorità nel serbatoio, è trattato con devota devozione da tutti gli avversari che si limitano a battagliare fra loro. Alle spalle del ragazzo lanciato verso il terzo titolo mondiale consecutivo, si apre un altro scenario, fatto di incognite e incertezze. Anche appassionante perché, da tracciato in tracciato, si aprono i mille dubbi sul risultato finale.
All’inizio del torneo c’era la Aston Martin di nonno Alonso che faceva faville, acchiappando numerosi podi. Poi, da Montecarlo in avanti, è venuta fuori la Mercedes ed, in seguito, altri due team motorizzati da Stoccarda. C’è stata la resurrezione della McLaren e poi, cosa ancora più sorprendente, della Williams che non vince più un campionato dal millennio scorso (Jacques Villenueve nel 1997). Oggi scatterà a fianco a Max, Norris con la McLaren, davanti a Russell con la Mercedes, Albon con la Williams e Alonso con l’Aston Martin, 4 monoposto diverse con la stessa power unit tedesca famosa per la sua affidabilità. Il poker misto si è infilato fra la Red Bull-Honda e la Ferrari di Carlos Sainz.
Solo nono partirà Charles che ha appiccicato la sua SF-23 al muro dopo essere uscito 5 volte di strada nella sola giornata di sabato. Vasseur è sempre nella sua posizione realista e non si agita. Ha mandato avanti il nuovo direttore tecnico Cardile a dire che conoscono cosa non va ma sarà corretto solo con la nuova Rossa sostanzialmente diversa. I piloti sono più sulla graticola perché se spingono la figuracce le fanno loro. Leclerc, che non si dice demotivato, dà una nuova spiegazione. Il difficile, soprattutto sulle piste a basso carico, è bilanciare i due assi. Se si carica troppo il posteriore, l’avantreno cede, così bisogna usare un ala scarica andando sulle uova sul misto. Problemi che i ragazzi di Newey non conoscono...