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Il ministero dei Trasporti giapponese condurrà delle ispezioni alla sede centrale di Toyota per sospette irregolarità nei test di certificazione di alcuni dei loro modelli. Casi analoghi riguarderebbero anche altri costruttori nipponici, tra i quali Honda, Mazda, Suzuki e Yamaha. Una vicenda che ricorda il caso della filiale di Toyota, la Daihatsu, alla fine del 2023, costretta a sospendere tutta la produzione in Giappone fino al mese scorso. Sulla base dei risultati preliminari in una indagine interna, Toyota ha rivelato che sette dei suoi modelli, quattro dei quali non sono più prodotti in Giappone, «sono stati testati utilizzando metodi diversi dagli standard governativi».
Le richieste di certificazione per queste auto includevano «dati inadeguati» nei test di protezione dei pedoni e degli occupanti del veicolo, o «errori nei crash test». Al momento, tuttavia, ha dichiarato il primo costruttore auto mondiale in un comunicato, «Non sussistono violazioni di leggi e regolamenti. Di conseguenza, non è necessario interrompere l'utilizzo dei veicoli in questione». Il gruppo si è tuttavia adeguato all'ingiunzione del ministero sospendendo le vendite e le consegne in Giappone dei tre modelli interessati e attualmente ancora prodotti nel Paese: la Corolla Fielder, la berlina Corolla Axio e il Suv compatto Yaris Cross. Il presidente di Toyota, Akio Toyoda, terrà una conferenza stampa nel corso della giornata per aggiornamenti sul caso, ha dichiarato l'azienda.