Nicolas Mauduit il Chief Technical Officer del team DS in Formula E

Mauduit (Ds Penske): «Ridotto il divario dai rivali, ma non siamo ancora dove vorremmo. Lo spettacolo? Dipende dalla gestione dell'energia»

di Mattia Eccheli
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SAN PAOLO – Vive da anni in California, ma il suo accento francese è ancora importante. La sua “sistemazione” alla Ds Penske è quasi inevitabile: costruttore transalpino e scuderia americana. Nicolas Mauduit ne è il cordiale e sorridente vice presidente esecutivo, ma è anche il Chief Technical Officer del team di Formula E, impegnato in Brasile con la quarta gara della decima stagione. La Ds Automobiles ha un palmares importante nel mondiale elettrico nel quale ha corso 108 gare, vinto 4 titoli (tre individuali e uno a squadre) e 16 gare con 48 podi complessivi e 23 pole.

Le prime tre gare della stagione dicono che avete ridotto il ritardo dai due costruttori che hanno dominato la scorsa stagione.

«Abbiamo lavorato molto durante l'ultimo campionato e abbiamo continuato a farlo nel corso dell'inverno per cercare di fare progressi importanti. In particolare sul software, che è la sola cosa che le squadre erano autorizzata a modificare tra la stagione 9 e 10, anche per aiutare i piloti a “sentire” meglio la macchina».

Quindi?

«Crediamo di aver fatto dei progressi rispetto ai nostri rivali».

Soddisfatto finora?

«Non lo siamo mai. Anche perché crediamo che Porsche e Jaguar siano molto forti e non è che siano rimaste fermi. Dobbiamo continuare a progredire: abbiamo compiuto dei passi in avanti, e va bene, ma non siamo ancora là dove vorremmo essere per consentire ai nostri piloti di competere ai massimi livelli».

I circuiti permanenti stanno aumentando: meglio quelli o i cittadini?

«Si tratta di trovare un equilibrio fra tracciati urbani in città strategiche e piste fisse, sempre in località strategiche: potrebbe essere una buona opzione per la Formula E, anche se all'inizio si correva solo in città. È una buona soluzione perché in determinate aree è veramente difficile “chiudere” le città. New York è un esempio, dove eravamo ai margini. E un altro è Città del Messico, dove si corre in una struttura permanente straordinaria, dentro la metropoli».

Non sono più noiose le gare nei circuiti fissi?

«Si può sempre migliorare, ma non dimentichiamo che le monoposto diventano più veloci e quindi ha senso correre in impianti strutturati».

La velocità è un tema ricorrente, ma chi guarda le gare non la distingue veramente: quelli che contano sono i sorpassi. O no?

«Non c'è dubbio che i sorpassi siano fondamentali in Formula E e, più in generale, nelle competizioni: se non ci sono diventa tutto estremamente noioso. Ho in mente l'ultima gara dello scorso anno, a Londra, con poche manovre per superare, mentre il giorno prima l'ePrix era stato ricco di sorpassi e spettacolare».

Parliamo di Portland, allora, dove nessuno voleva stare davanti.

«Quello per me è stato un grande evento, soprattuto rispetto a ogni altra classe che gareggia su quel circuito. Anche le iniziative di contorno ne hanno fatto un appuntamento moto piacevole da seguire per il pubblico. Però si può amministrare l'ePrix con il numero dei giri da percorrere e con la gestione dell'energia (consentire un consumo più o meno cospicuo dei kWh della batteria, ndr). È con quest'ultima che si creano le condizioni per i sorpassi».

Insomma: la spettacolarità non dipende dai tracciati, ma dai parametri indicati per la corsa?

«Si possono creare le migliori condizioni in ogni gara, sì. Si tratta di ridurre l'energia utilizzabile o di aumentare il numero dei giri, ma indubbiamente in alcune piste gli ePrix sono più interessanti che in altri».

Cosa accadrà con l'adozione della ricarica ultra rapida?

«Dal punto di vista dello spettacolo sarà interessante perché le scuderie non possono richiamare ai box due macchine simultaneamente. Probabilmente quasi tutte effettueranno il primo rifornimento nello stesso giro, ma la domanda è: quando faranno rientrare la seconda monoposto? Questo potrebbe comportare strategie differenti. È vero che le simulazioni sembrano indicare che tutti entreranno nello stesso momento, ma le simulazioni non sono la realtà, come hanno dimostrato questi primi dieci anni di Formula E».

Cosa si aspetta con l'arrivo dell'evoluzione della Gen3 l'anno prossimo?

«Intanto sarà anche a trazione integrale, almeno in determinati frangenti. E poi ci sarà un aggiornamento sulle gomme (ancora Hankook, ndr), le cui prestazioni, almeno stando ai primi test, sembrano essere più gradite ai piloti

E per finire una risposta divertente a una domanda “stupida”: chi vince il titolo?

(ride) «È difficile rispondere: non so quale dei nostri due piloti indicare».

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Sabato 16 Marzo 2024 - Ultimo aggiornamento: 13-04-2024 10:54 | © RIPRODUZIONE RISERVATA