Jaguar, la Type 00 annuncia la rivoluzione: un nuovo brand, contemporaneo, unico ed artistico
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FE, caotico avvio per la Stagione 11, nuovo ordine d'arrivo 2 ore dopo la gara. Penalità a Nato (Nissan), Vandoorne (Maserati) nella Top 10
VALENCIA – Missione compiuta! Malgrado l'incendio di martedì della batteria che aveva condotto alla sospensione dei test in vista della decima stagione della Formula E, il programma di prove ufficiali è stato portato a termine quasi per intero per un totale di poco inferiore alle 18 ore fissate. E la sola Mahindra, il cui garage era rimasto “danneggiato” dalle operazioni di spegnimento delle fiamme, è stata costretta a girare con una solo monoposto, sulla quale si sono alternati i due nuovi piloti, l'italo svizzero Edoardo Mortara e il rientrante (dalla Formula 1) Nyck de Vries, già iridato del circuito elettrico.
Il bilancio finale è di 4.960 giri complessivamente (un anno fa erano stati 5.128) tra guide ufficiali e debuttanti per un totale di 16.745 chilometri. Il miglior tempo in assoluto è rimasto quello di Mitch Evans (Jaguar Tcs) stabilito nella sessione inaugurale in 1:24.474, quando era ancora possibile impiegare l'intera potenza (fino a 350 kW, 470 Cv). Poi, per ragioni di sicurezza e scongiurare eventuali ulteriori problemi agli accumulatori, l'organizzazione aveva consentito l'utilizzo massimo di 300 kW, quelli peraltro permessi in gara.
Venerdì, nella maratona conclusiva di quasi 10 ore, il miglior tempo (1:24.617, che è anche il secondo crono in assoluto a pari merito con Antonio Felix da Costa, il pilota della Tag Heuer Porsche che lo aveva contabilizzato martedì mattina) lo ha fatto registrare Nick Cassidy, il neozelandese compagno di squadra e connazionale di Evans, davanti a Maximilian Günther (Maserati) in 1:24.658, che era stato invece il più rapido un anno fa sul circuito Ricardo Tormo, e allo stesso Evans (1:24.703). Poi, nell'ordine, Robin Frijns, l'olandese tornato alla Envision (1:24.710), pure lui al volante di una Jaguar I-Type 6 a conferma dalla validità del powertrain britannico, Pascal Wehrelein (Tag Heuer Porsche), Norman Nato (Andretti, con la stessa monoposto del costruttore tedesco), Oliver Rowland (Nissan), Jake Hughes (Neom McLaren, squadra cliente della casa giapponese), Jake Dennis (il campione del mondo in carica della Andretti, al volante della Porsche 99x Electric) e Stoffel Vandoorne (Ds Penske). Malgrado la minor potenza, ma per effetto della maggior presa assicurata dal nuovo asfalto e dalla confidenza guadagnata con i bolidi Gen 3, in 13 sono rimasti sono il minuto e 25 secondi, soglia solo avvicinata lo scorso dicembre da Günther (1:25.127).
Anche l'unico debuttante di questo campionato, l'indiano della Maserati Jehan Daruvala, che ha chiuso con il tredicesimo tempo venerdì, ha girato sotto queso limite (1:24.992). I test hanno dimostrato una volta di più quanto siano vicine le monoposto: appena 738 millesimi tra il più veloce e Dan Ticktum (ventunesimo), il più lento della tornata conclusiva con il bolide elettrico Ert X24 (ex Nio). Quello che le scuderie non sono riuscite a testare veramente è il sistema di ricarica ultrarapida da 600 kW che consente di rifornire fino a 4 kWh in 30''. Nel corso della stagione verrà introdotto, ma solo dopo le opportune verifiche tecniche sulla sua affidabilità. In pratica diventerà obbligatorio un pit stop in seguito al quale dovrà venire attivato l'attack mode. A Città del Messico, il prossimo 13 gennaio in occasione della prima gara, verranno eseguite le necessarie prove.