Una carriera lunga tre decenni quella di Germano Nataloni, appassionato pilota di Nepi, “lancista”-doc! che ovviamente ha toccato a più riprese e con grande successo la pista di casa, nella quale è stato uno dei “reucci” più amati dal pubblico. «Le prime gare a Vallelunga le ho disputate sulla pista in sabbia. Avevo già partecipato alla Mille Miglia. Sono partito per ultimo, perché in prova avevo il miglior tempo, e si correva ad handicap. Però ripresi tutti e vinsi.
La macchina, una Sport, me l’aveva prestata Lippi. Ci corsi quasi per scherzo, ma vinsi una domenica e quella successiva. Allora Roberto mi disse: “No, tu vai troppo forte, mi rovini la macchina…. Siamo sempre rimasti amici, anche quando è andato alla Ferrari, e aveva anche un bel rapporto con Gioacchino Vari.
Poi ho corso alla 6 Ore Esso del 1957 quando c’è stata l’inaugurazione dell’Autodromo. Avevo la Lancia Aurelia preparata da Vari. Nel raggruppamento c’erano anche Carlo Leto di Priolo, Lodovico Scarfiotti , Sergio Bettoja, Nino Vaccarella con un’altra Aurelia di Vari. Arrivai terzo, mi slittava un po’ la frizione, e ricordo che Gioacchino si arrabbiò: “E’ una gara che hai buttato via, perché potevi vincere…».
Negli anni Sessanta, il Criterium dell’Ora con la Lancia Flavia Coupé Zagato. Si correva due domeniche di seguito. La prima gara l’ho vinta, la seconda s’è rotto il cavo dell’acceleratore. In entrambe le gare si partiva a piedi, tipo Le Mans, a sorteggio, partivo a metà schieramento, ma dopo un giro o poco più ero già in testa. La macchina era la Flavia color…pistacchio! Recentemente alla Coppa dei Cimini, e ho incontrato il vecchio carrozziere di Gioacchino Vari, con il quale abbiamo ricordato i bei tempi di quella macchina!
Il passo successivo è stata la Lancia Fulvia HF. Tante corse, tanti duelli, come quello con Erasmo Bologna al Trofeo Texaco, già sulla pista rinnovata con il senso di marcia orario. Poi la Stratos, la 037, la Delta S4 ecc. Bei tempi, belle gare, tanti record sul giro. Per gli sportivi ero un idolo, e sono usciti degli articoli sui giornali dove mi indicavano come il “Re di Vallelunga”. Rivedendola oggi Vallelunga è sempre bella, però è diversa dai primi tempi. Le cose passate sono sempre quelle che si ricordano di più».