Il Gozzo di Apreamare premiato al Boot di Dusseldorf come la Barca dell’Anno 2018

Il Gozzo di Apreamare è la Barca dell’Anno 2018. La star del prossimo Nauticsud premiata al Boot

di Sergio Troise
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DUSSELDORF - Il nuovo Gozzo di Apreamare è la Barca dell’anno 2018 (categoria 25/35 piedi). Il premio è stato assegnato all’unanimità da una giuria di esperti in occasione del Boot di Dusseldorf, il più grande salone indoor del mondo, dove era presente il gotha della nautica internazionale. Per celebrare il successo anche “in casa”, la barca verrà esposta anche al prossimo Nauticsud, in programma a Napoli dal 10 al 18 febbraio.

Addio crisi. Per lo storico cantiere sorrentino (con sede produttiva anche nelle Marche, dove il Gozzo viene costruito) un successo di straordinaria importanza, che segna la definitiva uscita dagli anni bui della crisi, dando forza e credibilità all’operazione rilancio, avviata nel 2015 con la collaborazione di Europa Investimenti e di Imbarcazioni d’Italia, società del gruppo Cose Belle d’Italia. Un’operazione vincente, nella quale ha svolto un ruolo cruciale l’intesa tra Cataldo Aprea e Brunello Acampora (Victory Design), abilissimi nel dare valore alla sintesi tra tradizione e innovazione.

La svolta di Capri. Il Gozzo premiato a Dusseldorf è infatti l’interpretazione moderna della storica imbarcazione da pesca poi trasformata dai maestri d’ascia del secolo scorso in barca da diporto ed evolutasi, grazie proprio a Cataldo Aprea, fino a diventare una imbarcazione lussuosa, comoda e veloce, con tanto di carena planante. Oscurato dalla lunga crisi che ha coinvolto tutto il settore, e fiaccato da una concorrenza sempre più agguerrita, il gozzo di Aprea era entrato in un cono d’ombra dal quale non era facile uscire. La svolta è arrivata a settembre del 2017, quando a Capri è stato presentato in anteprima mondiale il nuovo Gozzo, ovvero la barca di 11 metri (ma omologata come natante di 10) appena premiata a Dusseldorf.

Quante sorprese. La “barca dell’anno” è un open con grande vivibilità degli spazi esterni, che privilegia il contatto diretto con il mare e nasconde alcuni piccoli segreti quali un tendalino da tenere aperto a tutte le velocità e nascosto dal parabrezza elettrico che compare al tocco di un pulsante. Il design è originale e si distingue per una linea slanciata nonostante le murate piuttosto alte. Ma il “segreto” principale sta sottocoperta, dove trovano posto ben due cabine, per complessivi 4 posti letto, una cucina attrezzata e un bagno con doccia separata a tutta altezza.

Planante e dislocante. Stile e comfort sono dunque al top. Ma anche la parte strutturale è stata decisiva per l’attribuzione del premio: la carena a geometria variabile con deadrise di 16° e pattini di sostentamento assicura infatti navigazioni sicure e confortevoli e velocità di punta fino a 31 nodi (dipende dalla motorizzazione, mono o bimotore Volvo Penta turbodeiesl) con autonomia di oltre 200 miglia (ad andatura di crociera), ma non è esclusa la possibilità di navigare benissimo in dislocamento puro, anche per lunghi periodi, con consumi irrisori e tenuta di mare impeccabile, come i veri gozzi d’epoca. Insomma, il Gozzo è una barca double face, che ha convinto all’unanimità i giurati di Dusseldorf anche per la sua versatilità.

La strada giusta. «Sono onorato di ricevere un premio così prestigioso nel panorama nautico internazionale – ha dichiarato Cataldo Aprea -. Gozzo è la sintesi di anni di idee, progetti e visioni vissuti con passione e dedizione e sapere che il premio ci è stato assegnato da una composta dai direttori delle più autorevoli testate nautiche europee è la conferma che abbiamo intrapreso la strada giusta».

La terza volta. Uguale soddisfazione ha espresso Brunello Acampora, che – come detto - ha collaborato al progetto con lo studio Victory Design, eccellenza napoletana di solida fama che da dieci anni collabora con Aprea e per la terza volta vede premiato un suo progetto con questo riconoscimento considerato alla stregua di un Oscar della nautica. «É un riconoscimento molto importante – ha detto Acampora – non soltanto per me e per Cataldo Aprea, che abbiamo creduto in questa ennesima rivoluzione del concetto di gozzo, ma anche perché è un segnale forte per il rilancio della nautica da diporto nostrana, che in questi ultimi anni ha dovuto spesso cedere il passo ad altri pur avendo una propria forte identità e tradizione».


 

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Martedì 30 Gennaio 2018 - Ultimo aggiornamento: 14-02-2018 15:47 | © RIPRODUZIONE RISERVATA