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Le elettriche nel 2021 hanno raggiunto il 4,6% del mercato in Italia, il 3% nei primi 3 mesi. Dunque gli incentivi – e la loro stabilità – sono essenziali per spingere il mercato verso la spina. E lo è anche lo sviluppo della rete di rifornimento. Quel che è sicuro è che la Fiat 500 è la leader indiscussa con il 15-16% di tutte le elettriche targate e che l’offerta di nuovi modelli cresce ogni giorno, in ogni segmento. Il gruppo Stellantis, oltre che alla già citata 500, ha nelle Opel (Corsa e Mokka) e Peugeot (208 e 2008) le armi migliori, ma si prepara a rafforzarsi con le Astra e 308 e a spingere anche nella parte alta del mercato, dapprima con le versioni Folgore delle Maserati (Grecale, Gran Turismo e MC20) e poi anche con la DS4, le Alfa Romeo, le Jeep e, più avanti nel tempo, anche con una rilanciata Lancia.
Il gruppo Volkswagen invece sta mandando a regime le varie ID.3, ID.4 ed ID.5 e ora ha anche il van ID.Buzz mentre Audi ha già 5 modelli elettrici e-tron e si prepara ad ospitarne altre due. E se Cupra punta su Born, Skoda aggiunge alla sua Enyaq una versione coupé dal carattere fascinoso e dall’aerodinamica record. Lo scorso anno la Taycan ha già pesato per il 10% di tutte le vendite di Porsche nel nostro paese in attesa della nuova Macan che sarà solo alla spina, ma ancora meglio ha fatto Renault: Zoe e Twingo EV hanno fruttato quasi il 13% del totale delle vendite e l’arrivo della nuova Mégane non può che rafforzare la posizione del costruttore francese che dalla sua ha anche la Dacia Spring che, con le sue 5.500 targhe, rappresenta un vero e proprio fenomeno che vale il 9% dell’immatricolato del marchio e dimostra che, se un’auto elettrica è accessibile come prezzo ed utilizzo, il mercato è pronta ad accoglierla.
Anche l’alleata Nissan si sta muovendo e, dopo 12 anni di monologo Leaf, ecco la Aryia che mescola due specialità della casa (elettrico e crossover) con una veste raffinata in attesa di altre novità alla spina clamorose come il ritorno della Micra. Chi vende invece solo elettrico sono Tesla e Smart con numeri praticamente pari (poco più di 6mila unità a testa), ma con una ricchezza di gamma e dimensioni assai diverse. La prima domina in Europa con la Model 3, ma vede la nuova Y crescere continuamente, l’altra è in attesa del suo primo suv che si chiamerà semplicemente Smart #1. Mamma Mercedes ha già in gamma 5 modelli a batteria e si prepara ad accogliere l’EQE, sia con carrozzeria berlina sia suv oltre alla sua ammiraglia a ruote alta EQS suv, anche lei al fianco della variante a tre volumi tradizionale. Volvo, che punta ad essere elettrica per il 50% entro il 2025, ha già in gamma la XC40 e la C40, ma entro l’anno è in attesa della erede della XC90 e forse anche di una piccola che potrebbe chiamarsi XC20.
Per BMW invece si prepara a dare l’addio all’antesignana delle sue elettriche, la i3, e ad accogliere la iX1, da affiancare alle varie iX3, i4 e iX e alle i5 e i7 che dovrebbero arrivare nella seconda metà dell’anno. Anche i coreani di Hyundai e Kia hanno intenzioni decisamente bellicose e non si danno neppure il tempo di godersi il successo di critica che si sono guadagnati con le loro Ioniq 5 e EV6. E, mentre la Soul, la Niro e la Kona riscuotono ancora un buon successo, in rampa di lancio per quest’anno ci sono la Ioniq 6, elegante coupé 4 porte di grandi dimensioni, mentre nel 2023 vedremo il suv EV9. Per il prossimo anno vedremo anche la seconda Ford elettrica incaricata di spalleggiare la Mustang Mach-E: sarà un crossover compatto su piattaforma MEB di Volkswagen, destinata a fare da base ad altri due modelli in Europa per l’Ovale Blu. Chi invece cambia marcia sin dal 2022 è il gruppo Toyota, pronto a mettere in campo la BZ4X e la Lexus RZ, i primi modelli su piattaforma nativa elettrica eTNGA con l’obiettivo di rimettere i puntini sulle ‘i’ della parola “elettrificazione” trasferendo su un piano superiore tutto il bagaglio di tecnologia e di immagine costruito con 25 anni di ibrido.