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Quinta generazione per la Lexus RX, il modello più importante su scala globale del brand premium del gruppo Toyota e quello che nel 1998 fu il primo vero suv premium applicando anche alla fascia superiore di mercato la ricetta che 4 anni prima il marchio giapponese aveva già applicato alla RAV4 e poi diventata universale: telaio monoscocca, sospensioni indipendenti e trazione integrale permanente senza riduttore. Da allora la RX ha venduto 3,5 milioni di unità, dunque poco meno di un terzo del totale dalla fondazione del brand nel 1989.
La nuova RX è basata sulla piattaforma GA-K, la stessa della ES e della nuova NX e mantiene la stessa lunghezza di quella precedente (4,89 metri), ma si abbassa (1,71 metri, -10 mm), si allarga (1,92 metri, + 25 mm) e ha un passo più disteso: 2,85 metri, ovvero 60 mm che vengono tolti allo sbalzo posteriore. Le proporzioni che ne scaturiscono sono diverse e l’auto appare più protesa all’indietro, grazie anche alla calandra a clessidra più alta e meglio integrata con il cofano. I fari anteriori hanno la firma luminosa a Z, quelli posteriori sono uniti e percorsi, come sulla NX, dal nome Lexus per esteso. Rimane la linea di cintura spezzata all’altezza del montante posteriore con la modanatura in nero che, unendo finestratura e lunotto, dà al tetto un effetto di sospensione.
Nonostante le dimensioni immutate e lo stile più dinamico, la RX offre un abitacolo più ampio e un bagagliaio più capiente. Al momento non si conoscono i dati sulla capacità, ma il vano è più lungo di 5 cm, la soglia è più bassa di 3 cm e c’è anche il divano posteriore a comando elettrico abbattibile 40/20/40. Da rilevare anche una diminuzione del peso di ben 90 kg, grazie in particolare al cofano e ai parafanghi anteriori in alluminio e all’utilizzo di acciai ultraresistenziali sagomati a caldo, con carichi di rottura che arrivano a ben 2 MPa. Il baricentro è più basso di 15 mm. Diverse le modifiche strutturali rispetto alle altre auto con lo stesso pianale, soprattutto nella zona posteriore. Le sospensioni posteriori multi-link sono infatti le stesse della RZ elettrica, la carreggiata è stata allargata di 54 mm (di 15 mm quella anteriore) e c’è tutta la modularità per ospitare quattro diverse disposizioni meccaniche.
In Europa ne vedremo solo tre e tutte ibride e tutte con motore a combustione interna a 4 cilindri invece del tradizionale V6. La RX 350h è la classica autoricaricabile con il 2,5 litri a ciclo Atkinson, doppio motogeneratore elettrico anteriore con trasmissione integrata a rotismo epicicloidale con cambio a variazione continua e motore elettrico posteriore per una potenza massima di 245 cv. La versione 450h+ ibrida plug-in ha 306 cv, una batteria agli ioni di litio con caricatore da 6,6 kW e la possibilità di marciare in elettrico per almeno 65 km con emissioni di CO2 pari solo a 24-26 g/km. Ma la novità più importante è la RX 500h che, per la prima volta, utilizza un 2,4 litri turbo e, un inedito sistema ibrido con motore elettrico parallelo, due frizioni di accoppiamento e un cambio automatico a 6 rapporti. Al retrotreno troviamo un motore elettrico da 80 kW.
Il sistema eroga complessivamente 371 cv fornendo un’accelerazione da 0 a 100 km/h in circa 6 secondi, ma soprattutto cambia completamente il feeling di guida perché scompare del tutto l’effetto scooter che il sistema Toyota manifesta quando si preme sull’acceleratore e, grazie al collegamento rigido tra motori elettrici e ruote, può fare il suo debutto il sistema di trazione Direct4. Quest’ultimo, attraverso microregolazioni della coppia, permette di agire direttamente sul carico di ogni assale fornendo un miglior bilanciamento, un comfort superiore e soprattutto un carattere specifico al comportamento stradale della vettura, quella Lexus Driving Signature che, secondo i tecnici giapponesi, sarà il tratto distintivo delle Lexus del futuro, grazie proprio all’elettrificazione. Vale la pena ricordare che fu proprio la Lexus RX 400h nel 2004 il primo modello ibrido elettrificato nella fascia premium.
La versione 500h sarà caratterizzata anche dalle sospensioni a controllo elettronico, da freni potenziati con pinze anteriori a 6 pistoncini contrapposti e dalle 4 ruote sterzanti, un caratteristica che non vedevamo su una Lexus dalla GS 450h e che, grazie a 4 gradi di inclinazione, permette di avere maggiore stabilità, più agilità e manovre più facili con un raggio di sterzata inferiore di mezzo metro. Da rimarcare che, per scelta, la Lexus non sceglie l’ibrido plug-in per la versione dotata delle prestazioni superiori e che, così come per la RX 350h, la batteria non è agli ioni di litio, ma al Ni-Mh bipolare, un’evoluzione delle Ni-Mh usate dal gruppo per le proprie ibride fin dagli albori e che, secondo i tecnici giapponesi, offrono diversi vantaggi come la maggiore reattività nell’erogazione della potenza, il fatto di fare a meno di sostanze costose come litio e cobalto e la possibilità di riciclarli completamente con processi meno energivori. Per queste nuove batterie non sono stati forniti dati ulteriori. Sulla 500h inoltre, per avere una migliore ripartizione delle masse, l’elettronica di potenza è alloggiata accanto dietro la batteria e praticamente in blocco con il motore elettrico posteriore. Per i mercati dell’Est ci sarà anche una versione con il solo motore 2.4 turbo da 279 cv, cambio automatico a 8 rapporti e trazione integrale meccanica.
Accanto a queste innovazioni, la nuova RX ne offre anche altre come, ad esempio, l’utilizzo di pelli sintetiche facendo del tutto a meno di quelle animali, e della nuova plancia dotata dell’impostazione “tazuna”, ovvero “briglie del cavallo” in giapponesse. La strumentazione è ovviamente (per una Lexus) digitale, ci sono l’head-up display a colori e lo schermo a sfioramento del sistema infotelematico, dotato di processore 3,6 volte più veloce, è da ben 14”. È aggiornabile over-the-air, la navigazione in cloud e Apple Car play è wireless mentre Carplay è ancora via cavo. A richiesta, c’è anche un sistema audio a 21 altoparlanti firmato Mark Levinson, un’esclusiva ormai ultradecennale per Lexus. I sistemi di sicurezza prevedono la frenata automatica con evitamento dell’ostacolo e del pedone e c’è un raffinato sistema di monitoraggio della stanchezza del guidatore con sensori posizionati sul piantone del volante e, in caso di colpo di sonno e malore, fermano la vettura in sicurezza attivando i servizi di emergenza.
Particolarmente evoluto è anche il sistema di parcheggio automatico che, grazie a 4 telecamere, 12 sensori ed un software avanzato, riproduce su schermo in 3D lo scenario intorno alla vettura in tempo reale e può memorizzare l’ingresso in tre parcheggi differenti utilizzati abitualmente. Il retrovisore interno è digitale. Da rimarcare anche la presenza dell’airbag centrale anteriore e delle serrature elettriche che, oltre a permettere lo sblocco delle portiere con il semplice tocco, lo impediscono se il sensore dell’angolo cieco rivela la presenza di un oggetto o di una persona. I sistemi per la guida semiautonoma sono stati ulteriormente aggiornati permettendo di essere più fluidi e precisi, da fermo fino a velocità di crociera. La nuova RX arriverà entro la fine dell’anno ma non è ancora noto il listino. Però si può prenotare da giugno con 300 euro e con mille euro si può avere il pacchetto Omotenashi del valore di 4.800 euro che prevede le ruote da 21” con kit invernale, il programma di assistenza e manutenzione per 3 anni o 45.000 km e il servizio di presa e consegna a casa della vettura.