Angelo Sticchi Damiani, presidente Aci e vicepresidente Fia

L'esempio per le città di domani. Le FE che sfrecciano mostrano il grande potenziale della mobilità sostenibile

di Angelo Sticchi Damiani
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ROMA - È una grande notizia che, dopo due bellissime edizioni all’Eur del Gran Premio di Formula E, la città di Roma abbia deciso di continuare a ospitare il Gran Premio italiano per i prossimi anni. Per ACI è anche una grande soddisfazione veder confermata questa innovativa competizione nel nostro Paese, a riprova del ruolo e del peso del motorsport italiano. Va sempre sottolineato che la Formula E, oltre al naturale rilievo agonistico, è un importante vettore per lo sviluppo tecnologico della trazione elettrica e, a questo proposito, dall’edizione appena conclusa non è più necessario “cambiare” la vettura ma è la stessa che inizia e conclude la gara, senza bisogno di alcun ricarica delle batterie, mentre dal 2020 vedremo anche la partecipazione di Porsche, uno dei costruttori più blasonati per le vetture sportive e da competizione.

Questi risultati, testimoniano i notevoli progressi tecnologici che via via stanno intervenendo, in merito alla capacità delle batterie come sull’efficienza dei motori, o per meglio dire delle power unit. Progressi quindi nell’hardware e nel software che spesso coinvolgono imprese italiane e che non tarderanno ad essere applicati sulle nostre auto di ogni giorno, sia per le ibride che per le full electric, consegnandoci ulteriori nuove opportunità per una mobilità urbana sempre più rispettosa dell’ambiente. Con il suo Gran Premio, quindi, la Formula E ogni anno ci offre l’occasione per fare il punto sull’evoluzione della mobilità sostenibile e sui possibili scenari che si concretizzeranno nei prossimi anni.

Il fatto stesso che le gare si svolgano in circuiti cittadini, nel mezzo dei quartieri, senza rumori e senza emissioni, è la prova di come in pochi anni le nostre città potranno cambiare per vivibilità e piacevolezza.
La Formula E è per ACI, dunque, uno straordinario strumento per accompagnarci, indirizzarci, nel futuro della mobilità ma senza dover rinunciare alle emozioni che da sempre hanno accompagnato il rapporto tra uomo e automobile.

Molti si domandano se in un prossimo futuro la FE - il cotè sportivo della mobilità elettrica - potrà sostituire la F1.
Per ACI, nel breve-medio periodo sarà molto difficile, ad esempio per il divario ancora presente nel livello dello spettacolo e della tensione sportiva. Ci vorrà quindi del tempo affinché la Formula E possa competere con l’eccezionalità tecnologica e prestazionale della F1.

Ciò non di meno, ACI alimenta la passione e l’attenzione per la trazione elettrica tramite lo sport, attraverso lo sviluppo di un prossimo campionato nazionale di Smart Elettriche e iniziando a proporre, come attività di base, i kart elettrici, già impegnati a Vallelunga per la Nations Cup. Passione e attenzione necessarie ad alimentare il grande lavoro che ci attende per realizzare far apprezzare le nuove forme di mobilità sostenibile.

ACI difatti è consapevole che affinché la mobilità elettrica diventi concreta e diffusa è necessario che si realizzino quattro fondamentali elementi:
1) Una efficiente e capillare rete di ricarica, con colonnine anche sulle autostrade e le principali arterie di grande comunicazione
2) Delle automobili a trazione elettrica con equivalenti prestazioni per autonomia di quelle a motore tradizionale e con prezzi accessibili
3) Energia elettrica sufficiente in quantità e distribuzione, prodotta sempre più da fonti non inquinanti
4) Un cambiamento nell’approccio alla mobilità da parte di tutti i cittadini
Quanto tempo ci vorrà? È ancora difficile dirlo, ma certamente tutti noi potremo vederlo realizzare grazie anche agli sviluppi che, fin dalla nascita dell’automobile, hanno portato con se le competizioni quali l’attuale Formula E.
Senza mai dimenticare: che a metà ‘800 l’automobile nacque prima elettrica e molto dopo arrivò il motore a combustione, che elettrica fu la “Jamais Contente” l’auto che per prima superò i 100 km/h e che nei primi anni del XX secolo le auto a batteria furono più vendute di quelle con motore a scoppio.
Oggi stiamo assistendo a un ritorno alle origini dell’auto, un ritorno che ACI non può che sostenere e guardare con impegno e immutata passione.

 

 

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Giovedì 21 Novembre 2019 - Ultimo aggiornamento: 10:35 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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