Aston Martin

Aston Martin e McLaren: la tradizione inglese vince. I due brand fanno delle corse il loro punto di forza

di Luca Piana
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Uno è un celebre marchio britannico, con oltre un secolo di vita alle spalle, che ha le corse nel Dna, come testimoniato dalla partecipazione in atto ad alcuni fra i principali campionati del motorsport internazionale. L'altro è l'unico brand capace di dominare il Circuit de la Sarthe, conquistando uno storico successo assoluto, con una Gran turismo di derivazione stradale. Oltre a sfidarsi sulle piste di mezzo mondo, con fortune alterne, al volante delle monoposto di Formula 1, l'Aston Martin e la McLaren condividono anche la presenza nella categoria Lmgt3 di un Fia World Endurance Championship dai grandi numeri. Basti pensare che delle 68 vetture iscritte all’edizione attuale della 24 Ore di Le Mans, ben 23 fanno parte della categoria Gt, con uno schieramento composto prevalentemente da team privati in rappresentanza di ben nove costruttori.

In attesa dell'annunciata promozione nella classe regina con la nuova Valkyrie, una vettura hypercar spinta da un motore V12 aspirato da 6,5 litri costruito da Cosworth che, secondo quanto dichiarato dai vertici del gruppo, prenderà parte alla serie promossa dall'Automobile Club de l'Ouest già nella prossima stagione, Aston Martin è pronta a scommettere sui giapponesi di D'station Racing e sul sodalizio statunitense Heart of Racing (che contribuirà allo sviluppo della vettura da corsa pronta al debutto nel 2025) per provare a sbancare la classe di appartenenza delle due Vantage Amr Lmgt3.

Nel primo caso le speranze sono riposte soprattutto su Hoshino, Bastard e Sorensen, mentre l'azzurro Mancinelli è parte integrante della compagine americana insieme a James e allo spagnolo Riberas. In entrambi i casi il piazzamento nella top five alla vigilia del quarto appuntamento stagionale che segna il giro di boa del campionato è ormai una realtà, con la factory a stelle e strisce che attualmente si attesta sul terzo gradino del podio (a quota 37 punti) alle spalle di Manthey Purerxcing e della Bmw numero 31 del team Wrt. Quinta posizione assoluta nella serie, invece, per l'altra squadra nipponica che difende i colori inglesi. In bacheca l'azienda di Gaydon fondata nel 1913 da Martin e Bamford vanta il successo assoluto alla 24 Ore di Le Mans del 1959 con Shelby-Salvadori e l'Aston Martin DBR1, oltre a 19 vittorie di classe.

Nell'albo d'oro di una delle gare più affascinanti del pianeta è presente anche la McLaren, vincitrice nel 1995 con la F1 GTR-Bmw del team britannico Kokusai Kaihatsu Racing. Ed è proprio grazie a quel successo, firmato da Lehto, Dalmas e Sekiya al volante del solo modello derivato dalla serie in grado di cogliere la vittoria assoluta, la Casa di Woking può vantare in bacheca la Triple Crown, la corona simbolica che spetta a tutti i vincitori della 500 Miglia di Indianapolis, della 24 Ore di Le Mans e del GP di Monaco di F1.

E se, da un lato, al momento l'azienda britannica è focalizzata principalmente sui programmi già avviati in F1, con Lando Norris e Oscar Piastri, sotto la guida del team principal italiano Andrea Stella, nel campionato Indycar statunitense, in Formula E e nell'Extreme E, dall'altro sono ben tre le 720S Lmgt3 Evo attese ai nastri di partenza dell'edizione numero 101 della corsa di endurance più famosa del mondo. Oltre alle due vetture schierate dal team United Autosports, in gara con gli equipaggi composti da Cottingham, Costa e Saucy (numero 59), Hamaguchi, Pino e Sato (95), la scuderia orange sarà rappresentata anche dal team Inception Racing, al via con Iribe, Millroy e Schandorff.

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Venerdì 14 Giugno 2024 - Ultimo aggiornamento: 15:55 | © RIPRODUZIONE RISERVATA