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MILLERUOTE
di Giorgio Ursicino
Hamilton e Verstappen ai ferri corti ad Imola

Hamilton-Verstappen, s'infiamma il duello: a Imola vince Max ma il Re Nero dà spettacolo

di Giorgio Ursicino

Il duello s’infiamma. I due piloti migliori con le vetture più veloci. Che, dopo due gare, sono separati da appena un punto che Hamilton ha strappato e Verstappen con il giro più veloce del Gran Premio del made in Italy e dell’Emilia Romagna disputato ieri sul circuito di Imola. In Bahrain aveva trionfato Lewis davanti a Max. Nella Motor Valley l’olandese si è preso la rivincita precedendo, dopo una gara spettacolare e avvincente, il britannico sette volte campione del mondo. Anche se mancano ancora 21 gran premi al termine della stagione, la lotta per il titolo sembra un affare a due. Troppo distanti i rivali perché qualcuno possa pensare di inserirsi. Anche i compagni di squadra che pur dispongono di monoposto molto simili alle loro. Bottas e Perez sono piloti esperti e consistenti, ma nessuno dei due ha la stoffa del fenomeno e, all’Enzo e Dino Ferrari, hanno finito entrambi con zero in pagella.

Dal punto di vista della velocità, non c’è dubbio, la Red Bull ha recuperato sulla Mercedes e, in alcune circostanze, è addirittura superiore. Ora il più giovane vincitore di un gran premio di tutti i tempi, sembra in grado di lottare ad armi pari con il Re Nero. Quello che invece lascia qualche dubbio è l’affidabilità della monoposto che lo scorso anno si è fermata troppe volte a confronto dell’astronave d’argento ormai quasi da un decennio una macchina perfetta. Ieri gli ingredienti per assistere ad una battaglia da ricordare c’erano tutti. Un tracciato veloce e stretto con pochi punti di sorpasso e senza nessuna via di fuga in asfalto. Come metti lo ruote fuori dal cordolo sei fregato, o ti giri nell’erba o t’impantani nelle ghiaia. In più, come se non bastasse, prima del via ha cominciato a piovere forte solo su metà del circuito.

Il Tamburello e la Tosa erano all’allagati (addirittura da full wet), la Rivazza e il traguardo completamente asciutti (da slick). I piloti hanno dovuto scegliere un compromesso e sono scattati con le intermedie (solo Gasly e Ocon, avendo poco da perdere, hanno tentato l’azzardo del pneumatici da pioggia pesante), dovendo guidare sempre con le coperture poco adatte al tipo d’asfalto. Lewis scattava dalla pole, alle sue spalle c’era Max. Il britannico si è avviato abbastanza bene, ma non splendidamente. Forse doveva proteggere la corda, lasciando le due Red Bull a vedersela fra di loro all’esterno. Hamilton si invece istintivamente protetto da Perez che partiva secondo e ha lasciato a Verstappen lo spazio per infilare le ruote presentandosi alla prima curva con la traiettoria interna. I due hanno imboccato la piega appaiati ma, come è noto, all’esterno non si passa e a Max non è sembrato vero accompagnare Sua Maestà fuori pista.

L’inglese si salvava con l’esperienza e riusciva a tenere il secondo posto, ma lasciava una bandella dell’ala anteriore sulla scena del crimine, perdendo carico all’anteriore o dovendo tribolare con il sottosterzo. Dopo aver capito di cosa si tratta, Lewis è forse l’unico a saper guidare sui problemi e, dopo aver fatto sfogare l’olandese, ha iniziato la rimonta. O lui o la Mercedes erano superiori con le gomme scolpite usurate e, nonostante il particolare mancante, si sono avvicinati pericolosamente. Per non subire un attacco in pista, il muretto dei “bibitari” ha richiamato il leader al pit stop. Sembrava una di quelle manovre alla Hamilton con conquista della prima posizione direttamente ai box. Invece, nella sosta di Lewis i meccanici non sono stati bravi come al solito impiegando 4 secondi invece di 2 e il pilota è rientrato sull’alettone dell’avversario.

La lotta sembrava solo rimandata anche perché mancava ancora mezza gara e affrontare i doppiaggi con le medie da Sole su un circuito con solo una traiettoria asciutta era sicuramente una lotteria. Impossibile esitare ed Hamilton alla Tosa commetteva l’unico errore degli ultimi cinque anni. Ruote su l’umido e uscita di pista con tanto di ala danneggiata. Sembrava finita li ma il botto in piena velocità al Tamburello fra Bottas e Russel con macchine disintegrate costringeva il direttore di corsa interrompere i giochi con la bandiera rossa. Alla ripartenza il britannico era solo nono, ma uno ad uno li ha passati tutti nello stesso punto escluso chiaramente Max.

Terzo, bravissimo, Lando Norris con la McLaren-Mercedes. Ai piedi del podio le due Ferrari di Leclerc e Sainz senza dubbio in grande recupero e con due driver molto concreti. Se non ci fosse stata la bandiera rossa Charles difficilmente avrebbe perso il secondo posto che si era con merito conquistato. C’è ancora da lavorare, non c’è dubbio, soprattutto sulla velocità in rettilineo fondamentale per difendersi ed attaccare in gara, ma siamo sulla strada giusta.

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Lunedì 19 Aprile 2021 - Ultimo aggiornamento: 21-04-2021 18:18 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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