La nuova Suzuki Hayabusa

Suzuki Hayabusa, in sella al “falco pellegrino”. Velocità autolimitata a 299 km/h, aerodinamica perfetta, frenata superba

di Francesco Irace
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VAIRANO - La moto più veloce del mondo. Si è presentata così nel 1999, con uno stile e un’aerodinamica fuori dal tempo. La sua punta massima: oltre 310 km/h. Il suo nome, Hayabusa: traduzione dal giapponese di falco pellegrino, l’animale più veloce (380 km/h in picchiata). Rinnovata prima nel 2008 e poi nel 2013, oggi la Suzuki Hayabusa si ripresenta con soluzioni moderne che non tradiscono la sua storia, il suo Dna e i suoi successi. Ora ha un design più affilato, con linee nette e moderne, e un coefficiente di resistenza tra i migliori al mondo. Non cambia la struttura del telaio in alluminio a doppia trave (che presenta tuttavia qualche piccola modifica), mentre guadagnano un nuovo setting il mono e la forcella Kayaba da 43 mm.

L’ergonomia è stata rivista, con il manubrio leggermente più alto e vicino al pilota. Sotto l’abito da missile con seduta da business class, pulsa il quattro cilindri da 1.340 cc che perde qualche cavallo, cresce nell’erogazione e guadagna l’omologazione Euro5: 190 cv (contro i precedenti 197) a 9.700 giri/min e 150 Nm a 7.000 giri/min. Scatto 0-100 km/h in 3,2 secondi (contro i precedenti 3,4) e velocità massima autolimitata a 299 km/h. L’elettronica SIRS (Suzuki Intelligence Ride System) si affida a una piattaforma inerziale IMU a sei assi con 6 Riding Mode (3 preimpostati, 3 personalizzabili), che intervengono su Traction Control, Anti-Lift, Engine Brake e cambio Quick-Shift. A cui si aggiungono Cruise Control, Launch Control e Speed Limiter, oltre ai sistemi Easy Start, Combinated Brake Sistem e Hill Hold Control System. 

Completano il quadro pinze anteriori Brembo Stylema su dischi da 320 mm di diametro, una strumentazione con il tachimetro analogico e pannello TFT centrale, un nuovo plexiglass e gomme Bridgestone da 120/70 davanti e 190/50 dietro. Due i colori e prezzi da 19.390 euro. Per provarla siamo andati sul circuito di Vairano, dove in primis ci siamo lanciati in un adrenalinico 0-280 km/h, che ha evidenziato due aspetti: da un lato la straordinaria erogazione del motore, lineare e ricca di coppia; dall’altro una protezione aerodinamica fantastica. Insomma, con lei si va forte quasi senza accorgersene e c’è un’elettronica che tiene sempre tutto sotto controllo. Anche nel guidato la moto si rivela bilanciata e più maneggevole di quanto si possa immaginare. L’importante è non strapazzarla: va guidata rotonda, con gusto. Poi frena forte, dà sicurezza, e può divertire in tante situazioni. Consuma un bel po’, va detto, ma in fondo conta poco.

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Martedì 13 Aprile 2021 - Ultimo aggiornamento: 15-04-2021 17:21 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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