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TORINO - L’auto elettrica – è ormai certo – rappresenta il futuro della mobilità. Ma per molti rappresenta ancora un tabù, un’innovazione guardata con diffidenza. Fatta salva la minoranza che può permettersi le supercar a elettroni che cominciano a popolare le nicchie estreme del mercato, il discorso riguarda in particolare quelli che non intendono rinunciare alla sportività al volante di un’auto di piccole dimensioni, con prestazioni e comportamenti dinamici capaci di trasmettere emozioni e divertimento di guida. Per questa categoria di automobilisti le qualità irrinunciabili sono un aspetto un po’ più racing, un assetto un po’ più rigido, una coppia bella tosta, un’apprezzabile accelerazione 0-100 e una dinamica di guida capace di esaltare ingresso e uscita dalle curve.
Tutto ciò rappresenta esattamente la filosofia e i contenuti dell’Abarth, storico marchio sportivo fondato nel 1949 da Carlo Abarth, oggi di proprietà Stellantis, da sempre specializzato nell’allestimento di versioni sportive di piccole auto. Le Fiat 500 degli anni 60 trasformate in Abarth 595 e 695, le 600 diventate 850 e 1000 Abarth hanno scritto la storia della sportività. E un capitolo importante di questa storia lo ha scritto anche la 500 di nuova generazione, quella nata nel 2007, dalla quale sono derivate le 595 e 695 del nuovo secolo, “piccoli mostri” contraddistinti dal simbolo dello scorpione e, soprattutto, da prestazioni entusiasmanti.
Con l’avanzata della mobilità elettrica è stato forte il timore che tutto ciò finisse. La comunità internazionale dei clienti Abarth ha temuto che svanissero i valori che hanno scritto la storia del marchio, e un’ondata di diffidenza ha investito appassionati e osservatori quando i vertici di Stellantis hanno annunciato che sarebbe arrivata una 500e Abarth, ovvero la versione sportiva a emissioni zero della reginetta del segmento B.
«Ma la 500e Abarth non deve spaventare, semmai il contrario. Deve far capire a tutti che l’auto elettrica, anche di segmento A/B, può regalare piacere di guida ed emozioni superiori rispetto alle versioni con motore termico». Sono parole dell’ingegnere Maurizio Salvia, 50 anni, napoletano, BEV Segment Propulsion System Chief Engineer di Stellantis, ovvero l’uomo di punta del progetto di elettrificazione della Fiat 500 di ultima generazione. E a lui abbiamo rivolto alcune domande per approfondire il tema.
Su quali valori si fonda la convinzione che la 500e Abarth possa offrire qualcosa di meglio della tradizionale versione a benzina?
«La ricerca di noi progettisti si è concentrata su dinamicità e sportività, e abbiamo fatto in modo che l’auto potesse regalare emozioni. Un lavoro in profondità, partito dalla rivisitazione dell’estetica dei nostri designer che ha riguardato i loghi di riconoscimento, il paraurti anteriore, le minigonne, il diffusore posteriore e, negli interni, i rivestimenti in alcantara, la pedaliera e altri dettagli; il lavoro più importante si è sviluppato poi sulla rivisitazione dell’handling, sul comportamento dinamico e sulle prestazioni. Realizzare un’Abarth elettrica non significa rinnegare la storia del marchio, semmai il contrario. Ed è sbagliato mostrarsi diffidenti di fronte alla novità, vale invece la pena scoprirne i contenuti. Noi lavoriamo per esaltarne i valori e l’architettura elettrica consente proprio di migliorare il DNA stesso del marchio».
Come può un’auto elettrica esaltare i valori di un brand sportivo come Abarth?
«Lo abbiamo fatto migliorando le prestazioni a 360 gradi, lavorando su tutti gli aspetti dell’auto, in modo da regalare prestazioni entusiasmanti e piacere di guida unico».
E su che cosa avete puntato?
«Innanzitutto sulle prestazioni, che ad eccezione della velocità massima, autolimitata a 155 km/h, risultano migliori della versione a benzina in tutte le più frequenti condizioni di guida. Capisco certe diffidenze iniziali, ma sappiate che questa è un’Abarth più Abarth di sempre. E al di là dei valori di accelerazione e ripresa, anche noi ingegneri ci siamo meravigliati dell’handling e del tempo sul giro sulla pista Misto Alfa di Balocco. Rispetto alla Abarth 695 termica da 180 cavalli, lo Scorpione elettrico ha ribaltato i pronostici con ben 1,2 secondi di vantaggio. Del resto, la piattaforma elettrica consente di esaltare il comportamento dinamico con un passo allungato e carreggiata allargata, e grazie al posizionamento sotto al pianale della batteria si ottiene una migliore distribuzione dei pesi, quasi 50 e 50, e la dinamica di marcia risulta nettamente superiore».
Il peso delle batterie non ha inciso sull’handling?
«Rispetto alla 500e di serie il peso complessivo è aumentato di 40 chilogrammi, ma la potenza è cresciuta di 37 cavalli, e lo scatto da 0 a 100 km/h risulta più rapido, passando da 9 a soli 7 secondi. Rispetto alla 595 a benzina l’incremento di peso è invece di oltre 200 chili, ma il lavoro fatto sull’handling ha ottimizzato il comportamento dinamico. La 500e Abarth adotta infatti un tuning specifico, l’entrata e l’uscita dalle curve, anche ad andature sostenute, non comporta i problemi tipici delle trazioni anteriori, come il sottosterzo. E ancora, è bene sottolineare che questa versione Abarth della 500e adotta molle anteriori specifiche, gli ammortizzatori sono più rigidi, lo sterzo dà risposte più immediate».
Tutto ciò vuol dire che un cliente appassionato di guida sportiva dovrebbe preferire la 500e Abarth anche alla 595 a benzina?
«Senza alcun dubbio. Grazie alla sua dinamica ottimizzata, alla potenza di 114 Kw e ad una coppia di 235 Nm immediatamente disponibile, affrontare un sorpasso è meno impegnativo, e sui transitori, tra i 40 e i 70 l’ora, o tra i 70 e i 100, si guadagna almeno un secondo. Insomma questa è un’auto green che non rinuncia alle prestazioni. Del resto – aggiunge l’ingegnere – dati alla mano, è accertato che le prestazioni della 500e Abarth sono migliori di quelle delle dirette concorrenti MINI Cooper SE e Honda e».
E per la sicurezza è stato fatto qualcosa di specifico?
«I freni posteriori a tamburo sono stati sostituiti da freni a disco. Per il resto c’era ben poco da fare, essendo eccellente la base di partenza. Insomma, questa macchina assicura tutti i vantaggi di un’auto elettrica, essenzialmente in materia di rispetto ambientale, senza però tradire il DNA del marchio. Siamo riusciti a riprodurre persino il rombo allo scarico, che da sempre rappresenta un valore irrinunciabile per i clienti di Abarth. Il sound della 500e con lo scorpione è unico, e non ha nulla da invidiare a quello della 1.4 Turbo a benzina».
E come avete fatto?
«Il progetto è durato circa due anni e sono state necessarie circa seimila ore di lavoro per mettere a punto il sound generator che imita lo scarico Monza della 595 Abarth a benzina e ne riproduce il suono attraverso un amplificatore dedicato, attivabile dal guidatore. Più in dettaglio, l’altoparlante sta al posto della marmitta e l’amplificatore nel vano sotto il cofano anteriore».
Si dice che in futuro ci saranno altre Abarth a emissioni zero e che è allo studio un modello con maggiori prestazioni in grado di distinguersi ulteriormente dalle Abarth a benzina, magari con due motori elettrici e trazione integrale. Può dirci qualcosa a riguardo?
«Posso dire soltanto che il futuro dell’Abarth è tutto da scrivere. E di certo non mancheranno novità».