FRANCOFORTE - «Ridefinire la mobilità e cambiare la status quo, in coerenza con un mondo che cambia a velocità siderale». Così Sergio Solero, presidente e amministratore delegato di Bmw Group Italia, inquadra la strategia del gruppo di Monaco sintetizzata dal motto «Il nostro domani è oggi».
Una strategia di cui il faraonico stand al Salone di Francoforte offre una concreta testimonianza con una impressionante raffica di novità, in parte pronte (o quasi) per il mercato, in parte proiettate verso un futuro più lontano (ma neppure troppo), quello della mobilità individuale elettrificata e della guida autonoma, di cui il gruppo vuole essere protagonista. Di questi temi abbiamo parlato al Salone con il numero uno della filiale italiana.
Come vede la situazione del nostro mercato?
«Anche se i dati numerici sono positivi, la situazione resta difficile. Le vendite ai privati sono sostanzialmente ferme, e a crescere sono il mercato corporate e, non senza qualche forzatura, quello delle piccole e medie imprese».
Quali sono le prospettive?
«Non crede che quest'anno le nuove targhe possano superare i 1,95 milioni di vendite, con una crescita nell'ordine del 5-7%. E ritengo che difficilmente nei prossimi due anni assisteremo a grandi impennate.
Cosa prevede per il suo Gruppo?
«Siamo in linea con i piani di crescita che sono incentrati su un aumento delle vendite attorno a 5%. Confido molto nelle novità presentate al Salone e in arrivo a novembre come la Serie 6 Gran Turismo, un esclusi e originale mix di lusso e comfort, e la nuova generazione della X3, che in Italia è uno storico best seller. Senza contare le due nuove versioni dell'elettrica i3».
Ma per l'elettrico l'Italia è un mercato problematico.
«Indubbiamente, a differenza di altri Paesi, da noi le auto elettrificate non godono di sostegni significativi e uniformi per tutto il territorio. Si va avanti a macchia di leopardo, anche se ho la sensazione che qualcosa si stia muovendo, soprattutto a livello di attenzione nei confronti delle nuove forme di propulsione».
Su cosa basa questa sensazione?
«Sui risultati di vendita superiori alle nostre aspettative che stiamo registrando. Pur considerando le ridotte dimensioni dello specifico mercato, per il 2017 avevamo pianificato una crescita del 20%. Invece i consuntivi indicano un incremento delle vendite di modelli elettrici e ibridi plug-in del 50%, con la prospettiva di chiudere l'anno a 1.300 consegne».
Il fatto di essere un marchio premium può giovare?
«Ovviamente ci rivolgiamo a una clientela che in genere dispone di maggiori possibilità di spesa. E questo aiuta. Ma non limiterei il discorso a un puro fatto economico. Inserirei anche la considerazione che chi vive nei centri storici è probabilmente più sensibile al problema delle emissioni, e che la diffusione delle auto elettrificate potrebbe essere sostenuta non solo con incentivi economici, ma anche con provvedimenti che ne agevolino l'uso, per esempio in tema di parcheggi e di accessi alle Ztl».