Renault Espace, il Suv dal Dna sportivo che non rinuncia al comfort. Al volante della versione Esprit Alpine
Renault, nuovo software center di Ampere inaugurato a Nizza. Accelererà sviluppo del Software Defined Vehicle (SDV)
Renault, la tecnologia affascinante. Svelata la “4” che si affianca alla “5”: come far rivivere la tradizione con la mobilità elettrica
Laurens van den Acker, 55 anni, belga. È l'uomo ha rivoluzionato il design Renault, sfrondandolo di alcuni eccessi per renderlo più lineare, ma al tempo stesso più dinamico e aggressivo. Negli 11 anni trascorsi da quando ha raccolto l'eredità – tutt'altro che leggera – di Patrick Le Quément ha contribuito in misura significativa a rinfrescare l'immagine del marchio francese.
Un'attività che lo vede adesso impegnato nel traghettare stilisticamente i prodotti verso una nuova frontiera, quella della mobilità elettrificata che nelle strategie del costruttore francese rappresenta una priorità assoluta, visto che pochi possono competere con Renault quanto ad «anzianità di presenza» in questo settore, come dimostra il caso della Zoe ormai giunta alla terza generazione.
Una sfida intrigante per il direttore del design, che abbiamo incontrato virtualmente (come vuole il mondo ai tempi del coronavirus) in una tavola rotonda via Skype durante la quale ha rivelato di apprezzare la grande libertà che la propulsione a batteria offre ai progettisti, consentendo di «giocare» su proporzioni differenti messe a disposizione dalle dimensioni ridotte fino al 60% dei motori elettrici rispetto a quelli termici, nonché dal fondo piatto che consente di alloggiare la batteria senza doversi confrontare con l'ingombro dell'albero di trasmissione.
Un insieme di caratteristiche con consente di realizzare vetture più basse, più aerodinamiche, con sbalzi ridotti e passi più lunghi. Sono alcuni dei concetti a cui si è ispirato per realizzare la Morphoz, l'avveniristica concept car alla quale era riservato un posto d'onore al Salone di Ginevra, purtroppo cancellato all'ultimo momento.
È un'auto che viaggia davvero nel futuro: elettrica e iper-connessa, offre funzioni di guida autonoma di livello 3, un abitacolo configurabile (quasi) a piacere, linee da crossover coniugate con una silohuette fluida e filante e soprattutto la lunghezza variabile resa possibile dalla modularità della piattaforma Cmf-Ev.
«Una soluzione – dice van den Acker – pensata per le famiglie moderne e per l'auto condivisa che secondo molti sarà protagonista della nuova mobilità. È praticamente impossibile che una sola auto sia in grado di soddisfare tutte le esigenze». Ecco quindi l'idea della vettura che si fa in due, passando dalla configurazione «City» lunga 4,4 metri alla «Travel» che raggiunge i 4,8. Se per l'uso in città basta la batteria di serie da 40 kWh con 400 km di autonomia, per le vacanze o i lunghi viaggi si può ricorrere temporaneamente a una batteria aggiuntiva da 50 kWh (da restituire al ritorno) che dilata la percorrenza fino a 700 km.
Del tutto diverso – come ha spiegato il direttore del Design Renault – l'approccio seguito per il concept Spring che prefigura la prima Dacia al 100% elettrica (nonché la prima citycar del marchio): qui la filosofia che ha ispirato la sua «matita» è coerente con i consolidati valori del brand, che sono accessibilità, praticità e robustezza. «Tutte prerogative – ha concluso – fondamentali nell'ottica del car sharing elettrico».