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ROMA - “Mi manda Mark Webber...”. Il pilota neozelandese Mitch Evans è uno del quale l'ex guida australiana della Red Bull ha sempre parlato bene. Un suo “protetto”, insomma. Jaguar lo ha ingaggiato per la stagione d'esordio nella Formula E e gli ha confermato la fiducia per la seconda “scaricando” il britannico Adam Carroll. I numeri danno ragione a Evans, questo è certo.
Ha esordito a poco più di 22 anni ad Hong Kong ottenendo quattro piazzamenti nei dieci e sfiorando addirittura il podio (quarto) nella “curiosissima” gara di Città del Messico, dove diversi big si sono “giocati” la gara con singolari carambole e qualche disattenzione di troppo. Nella generale conclusiva figura quattordicesimo con 22 punti (contro i 5 del compagno di squadra Carroll), comunque davanti a gente come Loic Duval o Jerome D'Ambrosio.
Il team aveva chiarito che la prima partecipazione nel circuito a zero emissioni sarebbe servita per accumulare esperienza, ma che già con la seconda la stagione, quella che comincia il primo week end di dicembre, l'obiettivo sarebbe stato quello di vincere qualche gara. Evans avrà al suo fianco un pilota esperto come Nelson Piquet jr. Uno da cui imparare, ma anche uno dal quale non lasciarsi intimorire.
Nato sui kart, con i quali ha vinto molto, la guida neozelandese è poi transitato dalla Formula Ford, dalla Formula 3, dalla GP3 e dalla GP2, circuito nel quale è stato il più giovane pilota a salire sul podio. Webber, insomma, aveva ragione nel sostenerlo e nel prevederne le sue potenzialità. Con una monoposto più competitiva, Evans deve dimostrare di saper vincere.
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