Eugenio Franzetti, il 50enne manager milanese chiamato a guidare la divisione Ds Performance

Franzetti (DS): «A Montecarlo e nel campionato sarà una sfida tra noi, Porsche e Jaguar»

di Mattia Eccheli
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MONTECARLO – «In condizioni naturali, ossia senza incidenti o altri eventi straordinari, penso che sia la gara del Principato di Monaco (in programma sabato pomeriggio poco dopo le 15, ndr) sia il campionato sarà una sfida fra le monoposto Porsche, Jaguar e Ds». Eugenio Franzetti, il 50enne manager milanese chiamato a guidare la divisione Ds Performance, si sbilancia alla vigilia della prova più esclusiva della Formula E, il campionato del mondo elettrico a ruote scoperte. «Parlo di condizioni naturali perché, almeno finora, abbiamo visto che quando la gara si svolge regolarmente i bolidi di questi costruttori e delle scuderie clienti sono sempre davanti», precisa.

E Maserati?

«Come noi fa parte del gruppo Stellantis e pertanto siamo cugini, ma siamo anche “rivali”. Sono sicuro che come abbiamo gioito noi per il loro terzo posto a Berlino, loro abbiano gioito per i nostri risultati. Quando non posso più tifare per noi, tifo per loro e immagino che facciano altrettanto».

Qual è il bilancio a metà stagione?

«È positivo, senza dubbio. In otto gare abbiano conquistato un primo, un secondo e un terzo posto».

Ma Ds è la scuderia più vincente: si “accontenta”?

«Siamo una squadra ambiziosa ed è pacifico che vogliamo vincere. Quello che ci è mancato finora è la continuità nei risultati delle due macchine. Quando avevamo una nelle zone alte della graduatoria non avevamo l'altra».

E quindi?

«E quindi lavoriamo per evitare che succeda ancora. Però c'è stata anche parecchia sfortuna. Vandoorne è stato sbattuto contro il muro a Berlino o una volta gli si è disattivato il volante: sono cose indipendenti dalla sua e dalla nostra volontà».

La classifica non soddisfa del tutto, insomma.

«È una classifica a due facce: Vergne è terzo a meno di una vittoria di distacco dai primi, mentre come costruttore abbiamo un divario di 61 punti. Una cosa è certa: ci aspettano altre otto gare e abbiamo tempo per recuperare».

Un giudizio sul campionato?

«La sua evoluzione è stata notevole anche grazie all'inserimento di tre nuovi tracciati nel calendario che hanno avvicinato la Formula E ad altri tipi di pubblico, con grande passione. La visibilità ne ha tratto grande beneficio».

Il circuito più bello?

«Città del Capo ha fatto innamorare tutti: ha lottato per avere la Formula E e ha offerto uno spettacolo straordinario da ogni punto di vista».

Si parla di un ritorno a Parigi, peraltro non imminente.

«Ci piacerebbe rientrasse: è la nostra città, quella nella quale Ds affonda le proprie radici e con la quale condivide il “lusso alla francese”. Ma ci “accontentiamo” volentieri di Montecarlo, che è poi uno spicchio di Francia».

Roma?

«Ogni gara europea è importante visto che come marchio Ds Automobiles siamo concentrati soprattutto sul Vecchio Continente. Roma è un appuntamento “pesante” perché è il penultimo: sono due gare con in palio 58 punti che possono spostare gli equilibri. Siamo felicissimi della gara di Roma anche perché l’Italia per Ds è il secondo mercato al mondo».

Una valutazione sulle nuove gomme, fornite dalla Hankook, sempre all season?

«Stanno rendendo per quello che dovevano rendere: il capitolato era preciso e prediligeva quasi più la resistenza che le prestazioni. In futuro, perché no, possiamo ipotizzare anche le slick per l'asciutto. Ma non dobbiamo dimenticare la filosofia della Formula E, che abbina lo spettacolo alla sostenibilità per contenere i costi e ridurre le Co2».

L'annunciato pit stop per la ricarica veloce a quanto pare non arriva in questa stagione...

«Va bene anche se non arriva. Perché è giusto valorizzarlo e riservargli il giusto peso e poi perché, a questo punto, cambierebbe le regole del gioco a campionato in corso».

La trazione integrale: i piloti sembrano volerla?

«Non siamo lontani: in fondo il doppio motore c'è già, solo che all'anteriore funziona solo per la rigenerazione. La Formula E fa bene a continuare ad aprire la strada e ad ispirare i costruttori, anche se tutte le hypercar a zero emissioni in circolazione sono già tutte a quattro ruote motrici. Trovo che sia un'opzione positiva».»

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Giovedì 4 Maggio 2023 - Ultimo aggiornamento: 06-05-2023 12:13 | © RIPRODUZIONE RISERVATA