Ferrari, sfuma il sogno Mondiale, ma le premesse sono ottime per il 2025. il Titolo va alla McLaren
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Due secondi posti consecutivi non li aveva mai festeggiati. Lando Norris e la McLaren stanno vivendo un momento magico. Quindici giorni fa, la piazza d’onore a Silverstone che ha portato il 23enne inglese sul podio nella pista di casa, davanti al suo pubblico. Domenica, eccolo ancora sul secondo gradino del podio, quello dell’Hungaroring di Budapest. Secondo si era piazzato anche a Monza, nel 2021, in quella gara particolare che aveva visto la vittoria del suo compagno Daniel Ricciardo per una doppietta McLaren.
Silverstone e Budapest, sono due autodromi che in qualche modo hanno segnato la sua carriera. Su quello britannico, ha percorso i primi passi in monoposto girando e girando con una F4, su quello ungherese ha svolto il primo test vero in F1 nell’agosto 2017 con la McLaren. Come cambiano in fretta le cose in questa F1. Soltanto pochi mesi fa, Norris si trovava a lottare per entrare in zona punti, per ben quattro volte ha addirittura concluso 17esimo (Sakhir, Jeddah, Miami e Montmelò), non sapendo come uscirne da quella situazione così complicata.
Ci ha pensato lo staff tecnico del team diretto da Andrea Stella a dargli una vettura che se non è vincente, è almeno divenuta la seconda forza del mondiale a quanto visto negli ultimi due Gran Premi. Un lavoro non facile, ma che ha profondamente modificato la MCL60. Non c’è stato bisogno di creare una versione B della monoposto, come ha fatto la Mercedes, ma avviare una serie di accorgimenti che hanno trasformato la carrozza in una supercar. Vedere le due McLaren occupare la seconda fila in Ungheria, con uno splendido Oscar Piastri quarto e già terzo a Silverstone in qualifica, è stato qualcosa di scioccante per gli appassionati della F1.
E soprattutto, lascia stupefatti la facilità con cui l’australiano, che non va mai dimenticato è al debutto nel Mondiale, pur con pochissimi test svolti sa tenere il passo di Norris. Aveva faticato non poco a inizio stagione con la vecchia versione della MCL30, trovando comunque la zona punti a Melbourne (a casa sua) con un ottavo posto, poi appena ha avuto tra le mani un mezzo competitivo, si è trovato a battagliare con gente come Lewis Hamilton. Il podio non è arrivato per Piastri, domenica ci ha pensato anche il team a non favorirlo con una chiamata al pit-stop che ha chiaramente favorito Norris, permettendo all’inglese nel secondo stint di salire secondo strappandogli così la posizione che si era meritatamente guadagnato in partenza.
Ma se continua così, state certi che Piastri (vincitore della Eurucop Renault 2019, della F3 2020 e della F2 nel 2021) un posticino per stappare lo champagne lo troverà anche lui. Questa volta, Piastri si è piazzato quinto dopo il quarto posto di Silverstone. Brillantissimo in partenza, quando ha infilato all’interno della prima curva Hamilton e Norris, che hanno girato largo, Piastri ha tenuto baldanzosamente la seconda posizione. Dopo il primo e secondo pit-stop però, la sua McLaren non era più così veloce come all’inizio, complice un danno al fondo rimediato chissà dove, forse un cordolo preso con troppa foga. Superato da Sergio Perez, al quale ha fatto venire un brivido tentando un contro attacco, e successivamente da Hamilton, al quale ha ceduto con maggiore facilità, Piastri ha concluso quinto con un certo rammarico.
Norris invece, una volta salito secondo, ha conservato con classe la posizione. Quando Perez pareva avvicinarsi, lui ha reagito zittendo il suo ingegnere che lo informava dell’avvicinarsi del messicano. Che noiosi questi ingegneri quando intervengono via radio per parlare di cose ovvie. Fatto sta che Norris non ha ceduto un millimetro facendo esplodere di gioia il box McLaren. Sul podio, Norris l’ha fatta grossa. Per stappare la bottiglia di champagne, ha dato un colpo sul gradino più alto del podio facendo cadere il trofeo di Max Verstappen, andato quasi in frantumi. Quando se ne è accorto, Max (amico di lunga data di Lando) non credeva ai suoi occhi e all’inglese non è rimasto che mettersi le mani davanti al viso. L’augurio è che di quella sorta di vaso, immaginiamo prezioso, ve ne fosse una seconda copia.