BOLOGNA - Soltanto tre padiglioni allestiti (contro gli 8 programmati), molte assenze importanti tra gli espositori, pochissimi visitatori: questo è stato il primo Salone Nautico di Bologna, evento dedicato a barche e gommoni tra i 5 e i 18 metri che ha chiuso i battenti domenica 25 ottobre, dopo 9 giorni di esposizione. In tempi normali si sarebbe parlato di fiasco totale. E invece, in tempi di pandemia, si deve parlare di un vero e proprio atto di coraggio, se non proprio di “dati vincenti”, come pretenderebbero i promotori della manifestazione.
Il primo Salone nautico di Bologna è stato il frutto di un patto di ferro tra gli organizzatori della Snidi (Saloni Nautici Internazionali d’Italia), l’ente fieristico bolognese e le istituzioni locali, in testa l’amministrazione comunale e la Regione Emila Romagna. Pur consapevoli delle difficoltà, non hanno rinunciato agli accordi raggiunti un anno fa e hanno portato avanti il programma senza farsi soverchie illusioni. “E’ stato il salone dell’anno zero”, hanno responsabilmente convenuto, proiettando tutte le energie sull’edizione 2021.
Per farsi coraggio a vicenda, organizzatori e sostenitori dell’evento hanno allestito persino una sorta di premiazione “in famiglia”, con distribuzione vicendevole di premi, pomposamente definiti “Blue Award”. Nell’occasione il presidente di Snidi, Gennaro Amato, ha osservato: “È stato impegnativo e arduo il percorso organizzativo di questa prima edizione, ma siamo riusciti ad ottenere un risultato importante, non tanto per i dati sulle presenze (oltre 22.000 dichiarate) , quanto per quello relativo alle vendite, che hanno superato ogni più rosea aspettativa”. Un risultato davvero insospettabile, anche per la disparità tra le succitate presenze dichiarate e i dati ufficiali dell’ente fiera di Bologna sulla disponibilità di biglietti disponibili giorno per giorno (da un massimo del 99% a un minimo del 91% tra il 17 e il 25 ottobre). Evidentemente i visitatori ritrovatisi in fiera erano tutti o quasi lì non per curiosare ma per comprare. Questo è ciò che ci viene raccontato, come da dichiarazioni virgolettate.
“La soddisfazione di aver trovato una risposta così positiva, in un momento così difficile e nebuloso per tutti i mercati e per i saloni nautici, ci consentirà di poter lavorare all’edizione del 2021 con ancora maggior impegno – ha dichiarato il presidente di Snidi, Gennaro Amato –. I risultati mi rendono orgoglioso per aver puntato su una città come Bologna e su un quartiere fieristico come quello di BolognaFiere, che in molti ritenevano scelte inopportune. Invece chi ha creduto in noi e ci ha seguito, rischiando con noi, ha portato a casa vendite e conquistato una fetta di mercato importante in vista del futuro”. Nemmeno una parola sulle numerosissime assenze di cantieri che pure rappresentano la “spina dorsale” della piccola nautica, sia nel comparto gommoni sia in quello delle produzioni in vtr, per non dire dei motori fuoribordo, grandi assenti della manifestazione. Chiaro il proposito di evitare polemiche, ma è chiaro che nel 2021 si dovrà cambiare registro. E ciò anche se i partner bolognesi nulla hanno avuto da obiettare su questa prima edizione.
“Siamo soddisfatti del lavoro svolto assieme a Snidi” ha dichiarato infatti il direttore generale di BolognaFiere, Antonio Bruzzone, sottolineando “il valore di una scelta innovativa qual è stata l’organizzazione di un salone nautico a Bologna. La formula del doppio weekend – ha aggiunto - è sicuramente vincente perché consente a tutti di poter visitare il salone. Da una nostra analisi – ha concluso - riscontriamo anche un alto tasso qualitativo di partecipanti che ci consente, in futuro, di ben sperare per un’ulteriore crescita dell’esposizione”.
Premiato “per il quotidiano impegno nella promozione del Salone e dell’immagine della città”, anche il sindaco di Bologna, Virginio Merola, ha pronunciato parole ispirate a piena soddisfazione: “Abbiamo sempre creduto in questo progetto supportandolo sin dallo scorso anno e siamo pronti a promuoverlo in tutte le soluzioni per le edizioni future. Progetti di sviluppo cittadino sono già in atto per presentare il Salone del 2021”.
Nella pioggia di “reciproci applausi d’incoraggiamento” (come altro definirli?) hanno ricevuto il Blue Award (una scultura del maestro Lello Esposito raffigurante la Torre degli Asinelli cinta dalle onde del mare) anche il presidente di BolognaFiere, Gianpiero Calzolari, la vicepresidente della Commissione Affari Sociali della Camera Michela Rostan, il presidente della Regione Emilia Romagna Stefano Bonaccini, l’assessore alle Politiche per la Mobilità del Comune di Bologna, Claudio Mazzanti, il presidente della Camera di Commercio di Bologna, Valerio Veronesi, il responsabile delle relazioni istituzionali Snidi Marcello Lala e il gommonauta Giovanni Bracco.
Ma il “premio” migliore, a dire il vero, è arrivato da Roma, sotto forma di lettera: l’ha inviata il vice presidente della Camera dei deputati, Ettore Rosato, al presidente di Snidi Amato. Vi si leggono parole che incoraggiano ad andare avanti, nonostante tutto. “Sottolineo il suo coraggio imprenditoriale, e quello del suo gruppo di lavoro, in un momento dove molti suoi colleghi sono propensi a fare un passo indietro. Sono queste le figure professionali di cui l’Italia, in questo particolare momento, ha bisogno per rilanciare l’economia e soprattutto lo spirito di impegno. Il comparto, da anni in crescita economica rappresenta uno dei settori produttivi di maggior prestigio del Made in Italy nel mondo e, forse, l’unico che continua la crescita commerciale nonostante gli avvenimenti pandemici. Il messaggio che mi sento di trasferire a lei, ed a tutta la filiera nautica, capitani coraggiosi di un mare in tempesta come potrebbe essere paragonato questo momento pandemico sanitario planetario, è di grandi fortune”.
Sulla forza dell’imprenditoria in un momento come questo si è espresso anche Giuseppe Oliviero, vice presidente nazionale di CNA (Confederazione nazionale dell’artigianato e della piccola e media impresa), premiato per il suo impegno nella promozione del Made in Italy in Europa: “Siamo qui a testimoniare un’eccellenza, in particolare campana, fatta da piccole imprese familiari che si tramandano la loro tradizione di generazione in generazione e che hanno fatto di questo Paese uno dei più importanti al mondo. Per una impresa partecipare a una fiera è già un investimento importante, ma farlo in questo periodo significa che questo Paese ha delle risorse straordinarie”.