SALERNO - La stagione fieristica della nautica italiana non conosce pause. Dopo Genova, la “madre di tutte le fiere” del settore, si è svolto il salone “a secco” di Bologna e, a seguire, è stato il turno di Brindisi, uno dei tanti eventi patrocinati da Confindustria Nautica. Ora è il turno del Salerno Boat Show (pure patrocinato dall’associazione confindustriale), inaugurato nel weekend del 5-6 novembre.
La seconda parte della manifestazione di Marina d’Arechi si svolgerà il 12-13 novembre, in concomitanza con Navigare, in programma a Napoli fino al 20 del mese. L’accavallarsi delle date ha provocato scontento e polemiche, ma se è possibile allestire due eventi fieristici tanto vicini da sovrapporsi vuol dire che il settore gode piena salute e non c’è niente che possa fermare la voglia di mettere in mostra qualità e quantità di una produzione che pare condizionata da un solo problema: l’impossibilità di soddisfare la domanda crescente del mercato. Addirittura, in alcune circostanze cantieri di fama consolidata hanno dovuto rinunciare alla presenza in fiera per mancanza di prodotto disponibile. E’ il caso di Fiart, che del nuovissimo P54 ha varato per ora un solo esemplare e ha dovuto consegnarlo ai Caraibi.
Questa decisa accelerazione della produzione e del mercato in verità non sempre si rivela in sintonia con una politica mirata allo sviluppo del turismo nautico, e si arriva al paradosso che una città di mare come Napoli non disponga di un vero e proprio porto turistico. Si va avanti con strutture obsolete (come Mergellina) e con concessioni temporanee, che non soddisfano la domanda di ormeggi, favorendo la crescita di un intollerabile abusivismo.
E’ diversa la situazione a Salerno (50 km da Napoli), considerata come la “capitale” della Costiera Amalfitana, non troppo distante da Capri e dallo splendido mare del Cilento. Se ne è avuta conferma in occasione della sesta edizione del Salerno Boat Show, evento fieristico organizzato a Marina d’Arechi dalla società guidata dall’imprenditore Agostino Gallozzi e dalla moglie Anna Cannavacciuolo.
In occasione della cerimonia inaugurale dell’evento fieristico salernitano (rinviata di un giorno a causa del maltempo) è stato ricordato, anche attraverso un video, quanto sia cresciuto in 10 anni il porto di Marina d’Arechi, diventato un esempio imbattibile di funzionalità ed efficienza al servizio di diportisti provenienti dall’Italia e dall’estero.
“In questi primi dieci anni – ha ricordato Gallozzi – Marina d’Arechi è riuscita ad affermarsi come infrastruttura di promozione e valorizzazione dell’intero territorio salernitano e del Sud Italia. E ora siamo già proiettati sui mercati internazionali più attrattivi: solo nel corso dell’ultimo anno siamo stati presenti a Barcellona, in Grecia, a Cannes, Montecarlo e a Fort Lauderdale, negli Stati Uniti, mercato quest’ultimo che resta al centro della nostra attenzione. Finiremo il tour a gennaio a Dusseldorf. Siamo, inoltre, il primo porto turistico d’Italia ad aver aperto una sede a Montecarlo”.
“Nel corso del 2022 – ha aggiunto il patron della struttura salernitana - abbiamo spinto ancora di più sul fronte dei servizi, tra i quali cito il campo di padel e l’elisuperficie per gli elicotteri, per la quale abbiamo finalizzato un accordo importante con Hoverfly, perché intendiamo offrire un servizio di eli-shuttle con l’aeroporto di Napoli e di atterraggio a Marina d’Arechi per i nostri clienti”.
Insomma, il Salerno Boat Show ha offerto l’occasione anche per fare il punto sul successo di una struttura privata che rappresenta per la nautica da diporto e per il turismo nautico un autentico punto di riferimento, pur non avendo usufruito di un solo euro di finanziamento pubblico a fondo perduto, ed essendo costata anzi 85.000 euro di capitali privati.
Vale la pena ricordare, inoltre, che il porto di Marina d’Arechi è stato realizzato interamente con materiali ecocompatibili e che dispone di 950 posti barca (alcuni capaci di accogliere anche mega yacht fino a 100 metri), offrendo 340.000 metri quadri di specchio acqueo, 4,5 km di banchine, 1,3 km di diga foranea e completi servizi di assistenza. Se a tutto ciò si aggiungono 5 ristoranti e 3 bar si avrà chiaro il quadro di una location straordinaria, dedicata a chi vuole trascorrere ore liete non solo a bordo della propria barca.
E’ in questa cornice che è stata allestita la sesta edizione del Salerno Boat Show, non un salone da grandi numeri, ma sicuramente un evento capace di mettere in mostra prodotti di qualità, prevalentemente Made in Campania. Quest’anno – vale la pena ricordarlo - c’è una fila di stand fino all’altra estremità del marina e sono presenti 100 espositori, che significa 100 aziende a rappresentare l’importanza del distretto economico della nautica.
A rimarcare l’importanza dell’evento la partecipazione alla cerimonia inaugurale del vicepresidente della Regione Campania Fulvio Bonavitacola e dei presidenti di Confindustria Salerno Antonio Ferraioli e di Assomarinas Roberto Perocchio. Quest’ultimo, in particolare, ha tenuto a dire che “il Salerno Boat show rappresenta un appuntamento di primo piano nel settore e si inserisce nel calendario fieristico nazionale dando lustro alla nautica italiana e centralità all’economia del mare del nostro Paese”.
E’ in questo contesto che l’evento salernitano ha dato ad alcuni cantieri, soprattutto locali, la possibilità di esibire il meglio della propria produzione, in particolare nell’area dei piccoli gommoni e delle barche in vetroresina di fascia media. Nel primo caso si sono fatte notare le new entry attorno ai 6 metri di AllRib, cantiere salernitano fondato da Alfonso Stoia e Riccardo Petteruti, e di Starmar, cantiere napoletano che ha presentato in anteprima il neonato 6.75 XL, gioiellino ideale per il noleggio, ma non solo. Sulle dimensioni maggiori in evidenza i napoletani Oromarine, Panamera e Python, ma anche il maxi-rib trimotore di Seanfinity e l’Inagua, il primo battello pneumatico di Rio Yacht reduce dalle anteprime a Cannes e a Genova.
Nell’area delle barche in vetroresina di piccole dimensioni ha attirato l’attenzione Lilybaeum Yacht, cantiere siciliano rappresentato da Nautica Branchizio: è una barca di 8 metri dallo stile originale, capace di distinguersi già dal nome (si chiamava Lilybaeum il territorio compreso tra Trapani e Marsala, dove la barca viene costruita). Con due Mercury da 150 cv viene proposta a 110.000 euro (IVA compresa).
Su dimensioni maggiori ha conquistato la scena il Nassima (nome ispirato a un grattacielo di Dubai), walkaround di 11,80 metri frutto dell’estro creativo di Sebastiano Caldarella, ingegnere noto per aver progettato in passato quasi l’intera flotta di Manò Marine. Dopo il debutto internazionale a Cannes, la barca costruita a Castel Volturno (Caserta) è stata esibita per la prima volta “in casa”, e ha stupito per l’originalità e la flessibilità delle soluzioni studiate sia per gli spazi esterni sia per gli interni.
I due fuoribordo Verado da 400 hp sono sistemati sotto la plancetta di poppa e resi invisibili da una sorta di cofano con apertura automatica; sottocoperta, cabina matrimoniale a prua e altri due posti letto a poppa, serviti da un comodo bagno con doccia separata. Questo progetto – è stato spiegato - è nato un anno fa da un foglio bianco con l’intenzione di sfidare i big del settore senza timori. Il prezzo è stato fissato in 350.000 euro, più IVA e più motori.
In questo range di mercato si è fatto notare anche Orange Boat, cantiere di Torre Annunziata che ora dispone dell’Allure 38 nella doppia versione entrobordo in linea d’asse e fuoribordo. Gagliotta si è limitato a presentare il noto Lobster 35 in una vistosa livrea rosso corallo, ma il patron Renato Martucci ha confidato che è allo studio il progetto di una versione con motorizzazione fuoribordo, oggi molto richiesta sul mercato. Entro la fine del 2023, inoltre, potrebbe arrivare il Gagliotta di 58 piedi, nuova ammiraglia dello storico cantiere napoletano.
Salpa ha rinunciato per una volta ad esibire i gommoni della linea Soleil richiamando l’attenzione sull’Avantgarde 35, barca planante di 11 metri, con 4 posti letto, proposta sia con motorizzazione fuoribordo (due Yamaha da 300 hp) sia nell’innovativa versione ibrida (diesel+elettrico) realizzata in collaborazione con FNM. Quest’ultima rappresenta certamente il futuro della mobilità in acqua, ma già oggi consente di navigare a emissioni zero, purché ci si accontenti di velocità non superiori a 6/7 nodi, con autonomia di 2 ore e mezza: l’ideale per le manovre in porto e per l’accesso alle aree marine protette.
Il costo elevato delle batterie e la complessità del progetto non consentono, per ora, di alimentare il portafoglio ordini del cantiere napoletano, tuttavia vale la pena ricordare che Salpa rappresenta oggi una delle realtà più solide del made in Italy dedicato al diporto piccolo e medio: basti dire, in proposito, che negli ultimi tre anni (compresi i due della pandemia) è stata triplicata la produzione, e nell’ultimo anno nautico, da settembre 2021 a settembre 2022, sono stati venduti 430 gommoni e 60 barche in vtr!
Un boom che ha incoraggiato i vertici dell’azienda a programmare l’arrivo di importanti novità entro il 2023, ovvero il varo di un Soleil 52, destinato a collocarsi al vertice della gamma di battelli pneumatici, e del Soleil 24.5, gommone di 8 metri che andrà a collocarsi tra il 23 e il 26. “Tutto ciò – tiene a dire il progettista Nicola Pane – grazie anche alla capacità della nostra azienda di affrontare senza troppi patemi l’impennata dei costi dell’energia, in quanto disponiamo del fotovoltaico, su cui abbiamo saggiamente investito tra il 2008 e il 2010”.
Stranamente manca a Salerno una significativa presenza di gozzi, che pure rappresentano parte fondamentale della produzione nautica campana: in mostra soltanto l’arcinoto Positano 38 di Nautica Esposito e la piccola unità di Orange Boat, in questo caso motorizzata con un fuoribordo Yamaha da 40 cv. In compenso ha “fatto scena” un Apreamare 35, non esposto dal cantiere ma da un’azienda specializzata nel wrapping, che ne ha personalizzato lo scafo con una colorazione assai vistosa.
Un ruolo importante recitano invece catamarani e barche a vela, con il magnifico Maiora di 26 metri che si è impadronito del ruolo di ammiraglia del salone. In questo ambito, più che il mercato dei privati ha fatto breccia quello del chartering, con proposte interessanti da parte di società in crescita tumultuosa, che in un territorio come quello salernitano possono proporre vacanze che nulla hanno da invidiare a mete esotiche come Caraibi e Seychelles.