MIAMI - Dal 14 al 18 febbraio si è svolta la 78ma edizione del Miami Boat Show, la più importante manifestazione fieristica dedicata alla nautica da diporto, con oltre 1300 barche esposte, tra vela e motore, 50.000 visitatori e un impatto economico tipico del gigantismo americano: gli esperti valutano che l’evento muova un giro d’affari superiore a due Super Bowls e mezzo, consegnando ogni anno circa 854 milioni di dollari a Miami e allo stato della Florida. Si calcola che durante l’evento si creino più di 6.000 posti di lavoro a tempo pieno e che i visitatori della fiera provenienti da oltre 35 Paesi assicurano incassi per 53 milioni di dollari.
In questo scenario tipico dell’America recita un ruolo importante il Made in Italy, che a Miami ha esposto il meglio della produzione nautica, segnalandosi sia nel campo dei grandi yacht, sia in quello dei battelli pneumatici, dove hanno coraggiosamente esposto le proprie creazioni i lombardi di Zar Formenti e Nuova Jolly e i calabresi di Ranieri International. La parte del leone l’hanno recitata comunque i colossi Azimut-Benetti, Ferretti Group, Baglietto, Monte Carlo Yacht, San Lorenzo, ai quali si sono aggiunti con successo anche altri marchi italiani, tra i quali Bluegame, Pardo e Filippetti.
Azimut si è presentato a Miami con una flotta di 16 modelli, esposti sia nella nuova location di Biscane Bay sia a Virginia Key. In questa occasione il cantiere controllato dalla famiglia Vitelli ha presentato anche il programma degli eventi che saranno organizzati nel corso del 2019 per le celebrazioni del 50° anno di attività e ha fornito anticipazioni su importanti novità che arricchiranno la nuova stagione. Dubai, New York, Cannes e Hong Kong saranno le città coinvolte nelle celebrazioni, che si concluderanno poi con un grande evento ad Avigliana, in Piemonte, lì dove tutto cominciò nel 1969. Azimut 76 Fly, Verve 47 e Atlantis 45 le novità di prodotto annunciate, che andranno a sommarsi, nella gamma, ai recenti Grande S10 e Magellano 25Metri RPH.
15 le imbarcazioni presentate da Ferretti Group, tra le quali il magnifico sport-fly Riva Corsaro 100 e il Riva 66 Ribelle (primo esemplare della gamma fly-bridge dello storico marchio di Sarnico). Sono gioielli già conosciuti da questa parte dell’oceano ma esposti in prima assoluta per il mercato americano. Il gruppo guidato dall’avvocato Alberto Galassi ha conquistato la scena, esponendo anche il noto Riva 110 Dolcevita, il Riva 90 Argo, il Rivamare, il 56 Rivale, il 76 Perseo e l’88 Florida. Con gli altri marchi della holding sono stati esposti, inoltre, i Ferretti 450, 670, 850 e 920; i Pershing 5X e 9X e i capolavori della gamma X Generation Pershing 70 e 82. A dondolarsi in acqua, per ammaliare il pubblico di Miami, anche la magnifica Navetta 33 Custom Line.
Dopo lunga assenza è tornato quest’anno a Miami anche Baglietto, deciso a tentare la scalata al ricco mercato americano con un esemplare del nuovo 48 T-Line già immatricolato (e venduto) con il nome di Silver Fox. Presentato in anteprima a settembre 2018 a Cannes, lo yacht dello storico cantiere ligure sfoggia una prua tradizionale a bulbo, in una tela grafica complessiva fatta di linee morbide e sinuose che ripercorrono gli stilemi della tradizione Baglietto. Tutto ciò è frutto del lavoro di Francesco Paszkowski, autentico guru del design, sul quale il cantiere controllato dal Gruppo Gavio ha scommesso molto. “Con questo yacht – ha detto in proposito Michele Gavino, Ceo di Baglietto – torniamo su un mercato strategicamente fondamentale come gli Stati Uniti, con l’ambizione di conquistare posizioni adeguate alla qualità dei nostri prodotti e alla nostra tradizione”.
Tra i protagonisti del Miami Boat Show 2019 si è rivelato anche Sanlorenzo, che al Salone della Florida ha esposto il nuovissimo crossover SX76, affiancato dagli yacht SL78, SL86, SL106 e SD112. Con l’SX76 il cantiere di Ameglia ha dimostrato la capacità di realizzare, in 23 metri, una originale sintesi tra un classico fly-bridge e un explorer, in grado di salvaguardare il tradizionale stile sobrio ed elegante del cantiere ma anche di dare una moderna interpretazione degli spazi a bordo. Il tutto grazie al lavoro in sinergia tra il cantiere (che ha curato in particolare gli interni) e lo studio Zuccon.
Ma Miami ha offerto a Sanlorenzo anche l’occasione di presentare per la prima volta, sulla scena internazionale, la novità Bluegame, cantiere toscano specializzato in Sport Utility Boat, entrato da qualche mese a far parte della famiglia guidata da Massimo Perotti. Nello stand Sanlorenzo è stata esposta dunque l’innovativa sport utility boat BG62, la barca più grande della linea Bluegame. Con una lunghezza complessiva di 18,8 metri e una larghezza di 5,37, nasce con l’obiettivo di esaltare vivibilità e comfort; il tutto con semplicità di costruzione, senza necessità di equipaggio e con sistema di propulsione Volvo Penta IPS.
Tra i marchi storici italiani ha recitato un ruolo importante, sulla scena della Florida, anche il Cantiere del Pardo, che – come è noto – dal 2016 ha arricchito la quarantennale esperienza nella vela (oltre 4000 barche prodotte) per dedicarsi, con il marchio Pardo Yacht, anche alle imbarcazioni a motore. Accanto al 43, nello stand di Miami è stato esposto il più recente Pardo 50, che presenta uno scafo a V profondo a geometria variabile, 16° a poppa ed oltre 50° nelle sezioni prodiere, in grado di assicurare ottima tenuta di mare e allo stesso tempo una perfetta manovrabilità, per planare in sicurezza e velocità. Il piano di coperta è sviluppato su una conformazione walk around, con camminamenti liberi, senza gradini, murate alte e ampi spazi per godersi la vita all’aperto. Sotto coperta, i punti di forza sono le altezze ottimali, il grande open space con due cabine e due bagni, la possibilità di allestire anche una cabina marinaio.
Di misura leggermente superiore (55 piedi) e con caratteristiche più tradizionali, il Filippetti S55, altra barca italiana esposta in anteprima americana con l’ambizione di conquistare armatori d’oltreoceano interessati a un cabinato coupé non eccessivamente grande (17 metri), in grado di raggiungere i 50 nodi, senza trascurare l’abitabilità e il comfort. Secondo Davide Cipriani, autore del progetto firmato Centrostiledesign, “nella realizzazione degli interni è stata privilegiata la volontà di creare il fascino di un open puro senza rinunciare al valore aggiunto dell’hard top chiuso, per beneficiare dell’aria condizionata” (irrinunciabile per gli americani).