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Quanto a dimensioni e proporzioni, a prima vista non sembra avere il “phisique du role” che serve per rivendicare a pieno titolo l’appartenenza alla categoria delle auto a ruote alte, ma certamente la Toyota Aygo X può giocare un ruolo importante nel nascente – e promettente – panorama delle vetture dal piglio “avventuroso” che stanno rivitalizzando il mercato, altrimenti abbastanza dimesso, delle citycar di concezione tradizionale.
Non è un caso che nella comunicazione del marchio sia definita un esemplare unico nel segmento A, un crossover che con il resto della categoria condivide più che la stazza la rassicurante sensazione di eccellente visibilità generata dalla posizione di guida rialzata: l’altezza da terra è cresciuta di 11 mm, il punto di seduta di ben 55 mentre l'angolo di visuale del montante A è stato portato a 24º, che equivale a un aumento del 10%.
A evidenziarne la vocazione “cittadina” provvede la lunghezza di 3.700 mm. Sono 235 in più del modello di cui prende il posto, aggiungendo al nome la X che sta per “cross” e ne sottolinea il temperamento. Una crescita che si traduce in un’abitabilità più generosa, resa possibile dal cambio di piattaforma. Quella della capostipite, condivisa con la Citroën C1 e le Peugeot 107 e 108 nell’ambito della joint venute produttiva con l’allora gruppo Psa, è stata infatti sostituita dalla Ga-B della Toyota New Global Architecture, tenuta a battesimo dall’attuale Yaris e successivamente adottata dalla sua variante Cross. Per mantenere la promessa dei consistenti benefici in termini di comfort, maneggevolezza e sicurezza, il pianale è stato opportunamente adattato alle caratteristiche del nuovo modello che per esempio vanta uno sbalzo anteriore accorciato di 72 mm rispetto alla “cugina” più grande.
Contraddistinta da un look originale la cui personalità, in alcuni dettagli a nostro avviso fin troppo prorompente, Aygo X si ispira agli stilemi della concept car Prologue sviluppata dal Centro Stile europeo ED2 di Nizza, ma la sua veste definitiva è stata “cucita” dallo Styling di Toyota Motor Europe in Belgio in cui specialisti hanno puntato su una livrea bi-tono le cui tinte – dal Cardamom Green al Chili Red, dal Ginger Beige allo Juniper Blue – fanno esplicito riferimento al mondo delle spezie e vengono proposti in rigoroso abbinamento con il nero del tetto e della parte posteriore: un contrasto cromatico voluto per la capacità di «catturare immediatamente l'attenzione della gente. Non è soltanto un dettaglio, ma è parte integrante del design» ha detto Anastasiia Stoliarova, responsabile del prodotto Aygo X in Toyota Motor Europe.
Il riferimento alle strutture e al management della filiale europea non è affatto casuale: l’intera storia di quello del piccolo – e forse più intrigante – “Urban Suv” attualmente in circolazione è concentrata nel Vecchio Continente. Qui è nato il progetto, pensato per i gusti della clientela europea, nonché per le strade spesso strette di città e borghi dove il raggio di sterzata tra i più bassi del segmento (4,7 metri) si rivela prezioso, qui Aygo X viene prodotta, nella fabbrica di Kolin in Repubblica Ceca.
L’attenzione al dettaglio indispensabile per fare breccia della clientela forse più esigente e smaliziata del mondo non si ferma certo agli aspetti puramente esteriori, nella linea del tetto più rastremata che accentua l’immagine sportiva della vettura, nei fari avvolgenti dal profilo ad ala l’aspetto hi-tech che, sormontando la grande griglia, sviluppano il tema del doppio trapezio che ha un ruolo fondamentale nel definire l’identità della vettura.
La giovane e decisa personalità della Aygo X trova coerente conferma nel disegno degli interni, dominati dal doppio display del quadro strumenti digitale e della consolle centrale, dove troviamo degli elementi che anche dal punto di vista cromatico si combinano elegantemente con le tonalità della carrozzeria, mentre la X cucita sul tessuto dei sedili, e richiamata anche nella forma dei fari, mette l’accento sulla specificità del modello.
A proposito degli interni, anche i bagagli hanno beneficiato di un occhio di riguardo da parte dei progettisti: il vano a loro riservato è stato allungato di 125 mm, raggiungendo così una capacità complessiva di 231 litri, 60 in più rispetto alla generazione precedente, quella priva della X.
Pur disponendo di un’unica motorizzazione termica, il 3 cilindri 1.0 a benzina da 72 cv e trazione anteriore, la progettazione partita da zero ha puntato a massimizzare l’efficienza, testimoniata da emissioni di CO2 comprese nel ciclo Wltp tra 108 e 112 g/km, a seconda del tipo di cambio adottato. Valori contenuti per un motore convenzionale, ottenuti puntando sulla riduzione del peso – è la più leggera della categoria di appartenenza – e sull’attenzione all’aerodinamica tramite la raffinata gestione dei flussi d’aria che ha contribuito e ridurre le turbolenze, e con esse i consumi di carburante. Il tutto senza rinunciare a una certa verve che trova espressione nella velocità massima di 158 km orari in presenza della trasmissione manuale a 5 marce e di 151 se la vettura è equipaggiata con il cambio automatico a variazione continua.
Disponibile in Italia nei livelli di allestimento Active, Trend, Trend Air, Lounge, Lounge Air e Undercover, la nuova Aygo propone un listino che parte da 17.950 euro.