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PALERMO - Partirà il 21 novembre la Ocean to Ocean Rib Adventure, traversata di oltre 10.000 miglia nautiche da Palermo a Los Angeles navigando in solitaria a bordo di un gommone tra Mediterraneo, Atlantico e Pacifico. Spagna, Capo Verde, Guyana Francese, Trinidad e Tobago, Venezuela, Caraibi, Colombia, Panama, Messico e USA i Paesi che saranno toccati dal comandante palermitano Sergio Davì (non nuovo a imprese del genere) a bordo dell’Aretusa Explorer, gommone di 11 metri della Nuova Jolly motorizzato con due fuoribordo Suzuki DF300B Dual Prop e allestito con speciali dotazioni elettroniche di bordo fornite da Simrad.
Il piano dell’Oceano to Ocean è stato presentato a Palermo, sede di partenza della traversata, nel corso di una conferenza stampa che ha illustrato gli scopi di questa ennesima avventura di Sergio Davì, in passato già protagonista di altre avventurose traversate, come quella che nel 2019 lo ha portato dalla Sicilia a New York. Al di là del puro spirito d’avventura del gommonauta palermitano e dello stress test cui verranno sottoposti il battello della Nuova Jolly e i fuoribordo Suzuki che lo motorizzano, la maxi traversata oceanica avrà anche il compito di studiare lo stato di salute dei mari e della fauna marina: un modo per assegnare a Davì e ai suoi sponsor anche il compito di “fare qualcosa” in favore dell’ambiente.
Oltre ad occuparsi delle rotte da seguire, delle condizioni meteo, del funzionamento dei motori, il comandante dovrà dunque ricoprire anche il ruolo dell’ecologista in prima linea nella salvaguardia del mare e della fauna marina: in particolare - è stato spiegato - avrà il compito di raccogliere dati attraverso un campionamento delle acque per lo studio e l’analisi volto al rilevamento di microplastiche e metalli pesanti. E ancora: dovrà fotografare e catalogare i mammiferi marini incontrati nel corso del viaggio raccogliendo dati utili alla loro salvaguardia.
“Il comandante Davì sarà i nostri occhi e le nostre orecchie” ha dichiarato Angelo Ferrari, direttore generale dell’IZSPLV (Centro di Referenza Nazionale per le indagini Diagnostiche sui Mammiferi Marini spiaggiati) che dal 2014 si occupa di fornire assistenza tecnico-scientifica al ministero della Salute, monitorando le condizioni dei cetacei che ogni anno si spiaggiano lungo le coste. “Durante il percorso – è stato spiegato – Davì fotograferà e catalogherà i mammiferi marini incontrati e grazie al suo viaggio si otterranno informazioni per lo studio delle specie che popolano le acque”.
Sul piano puramente tecnico, invece, la Ocean to Ocean Rib Adventure si profila come uno stress test impareggiabile per l’Aretusa Explorer, il maxi-RIB Prince 38 CC fornito dalla Nuova Jolly e per i motori della Suzuki. L’imbarcazione di 11 metri viene costruita a Bussero (Milano) nel cantiere fondato nel lontano 1961 da Domenico Aiello. Costruita in vtr e lunga quasi 11 metri (10,65), si distingue per una carena Hi-power a V profonda (25°) e per un eccellente comportamento marino. Nella versione standard da diporto può portare fino a 18 persone e offrire due posti letto in cabina, ma nella versione speciale allestita per il raid tutti gli spazi disponibili verranno utilizzati per serbatoi di benzina.
Dal fronte di Suzuki si apprende che il presidente della filiazione italiana dell’azienda giapponese, Massimo Nalli, accompagnerà il comandante Davì per una tappa del tragitto (i dettagli sono in via di definizione). Intanto il direttore della Divisione Moto e Fuoribordo, Paolo Ilariuzzi, ha tenuto a ricordare che “ormai da anni i battelli del comandante Davì impegnati in raid memorabili sono equipaggiati con motori forniti da noi, e di questo – ha sottolineato - siamo orgogliosi. Lo siamo per i risultati raggiunti sia in termini di performance sia per la sensibilizzazione dimostrata già nel passato verso i temi ambientali. È per questo motivo che accompagniamo nuovamente Sergio, certi che anche questa volta sarà un successo».
I due fuoribordo messi a disposizione per l’occasione sono i DF350B, derivati dai top-model della gamma Suzuki DF350A, da cui ereditano l’architettura V6 e, soprattutto, il rivoluzionario piede dotato di propulsione a doppia elica controrotante (Dual Prop). Una fiche tecnica, questa, che rende il propulsore giapponese unico tra i fuoribordo di pari potenza presenti sul mercato, rispetto ai quali vanta anche una maggiore cubatura (4.4 litri). “Proprio la tecnologia della doppia elica e la cilindrata cospicua – sottolineano in casa Suzuki - rendono questo motore capace di erogare valori di coppia particolarmente elevati, in grado di rendere i due Suzuki DF300B ideali per l’impresa e soprattutto per un’imbarcazione come il Prince 38 di Nuova Jolly. Le condizioni di dislocamento nelle quali si troverà a navigare il battello, un RIB lungo 10,63 metri per 3,80 di larghezza, che da solo pesa a secco 3 tonnellate, sempre a pieno carico, potrebbero mettere in difficoltà fuoribordo con caratteristiche diverse, mentre saranno in grado di esaltare le performance dei due maxi Suzuki DF300B”.
Da non trascurare un altro “valore aggiunto” dei motori Suzuki, particolarmente utile per questo raid attraverso tanti Paesi diversi, e cioè la capacità di adattarsi a benzine di ogni tipo. Il sistema di iniezione elettronica è infatti in grado di riconoscere il tipo di carburante utilizzato: a seconda del suo numero di ottani, autoregola tutti i parametri della combustione per garantire totale efficienza con benzina da 91 RON (benzina normale), da 95 RON (benzina super) e da 98 RON (benzina super plus), senza cali nelle performance.