Fra i grandi, siamo l’unico paese europeo dove le vendite di auto aziendali sono inferiori a quelle riservate ai privati. In ogni caso il settore è in salute. Continua la sua fase espansiva grazie al noleggio, un approccio sempre più appezzato dal cliente italiano che, notoriamente (come per la casa), preferiva la formula dell’acquisto. Ai tradizionali vantaggi consolidati da tempo se ne aggiungono ulteriori, tipici di questa fase in cui la mobilità ha imboccato un percorso di transizione verso le emissioni zero. Un tragitto più o meno lungo, ma in ogni caso necessario. I veicoli a noleggio ormai sfiorano un terzo delle vendite totali e forniscono un ombrello protettivo agli automobilisti più audaci. Quelli aperti all’innovazione o con una coscienza ecologica più sensibile.
Con molti modelli in arrivo su questo fronte, e prezzi necessariamente in calo grazie alle economie di scala che procedono a braccetto con l’innovazione tecnologica, la cosa più tranquillizzante è non diventare proprietario della vettura, ma poterne disporre attraverso l’“affitto”. In questo modo il costo è certo perché il canone è fisso e, dopo il periodo stabilito, non c’è l’ansia della rivendita in quanto il rischio del valore nel tempo se lo accolla una società. Finora il potenziale messo in campo da questo schema non è stato del tutto estratto nel nostro paese e potrebbe avere una decisa accelerazione nel futuro prossimo. I corposi incentivi in partenza in questo frangente andranno anche alle persone giuridiche e l’originale fiscalità dell’auto potrebbe presto andare verso lidi più europei come da tempo chiedono tutte le categorie del comparto.
Il mercato complessivo dei veicoli è, in ogni caso, in lenta ma costante ripresa anche se al passo di prima della pandemia manca ancora quasi un quinto di velocità. La prolungata frenata, c’era da aspettarselo, con un parco circolante molto corposo, ha contribuito ad alzare la vita media dei veicoli con controindicazioni evidenti per la sicurezza ed il rispetto ambientale in un’era in cui il progresso è galoppante. In più, non si può negarlo, ha creato turbativa l’annuncio di bonus molto invitanti più volte annunciati, ma troppo a lungo attesi. Con aspettative del genere, in un contesto dove l’aspetto prezzo non è affatto secondario, il rinvio della decisione di cambiare auto è quasi scontata.
Un effetto molla che potrebbe scatenare un uragano virtuoso una volta tolto il tappo. Gli aiuti, questa volta, riguarderanno anche le auto usate se il proprietario decide di trasformarle a gas (Gpl e metano è indifferente) montando il kit “retrofit”. Vanno decisamente bene le vendite delle auto nuove a Gpl pronte ad infrangere la barriera della doppia cifra nonostante solo alcuni costruttori propongano questa alimentazione. Il gas è diventato l’alternativa naturale per abbassare il costo chilometrico alla messa al bando del diesel che a livello europeo ha già incassato il sorpasso dei modelli “full electric”. Il Gpl è decisamente abbordabile come prezzo, emette meno CO2 e taglia in maniera netta le sostanze inquinanti, rispetto al diesel ed anche al benzina.